Nazionale Italiana senza meridionali: Bernardini il primo 15 anni dopo l’esordio


Il calcio centro-meridionale ci impiegò 15 anni prima di poter vantare nella fila della Nazionale Italiana un calciatore che provenisse dai campi del Sud. Fu Fulvio Bernardini ad indossare la maglia blu savoia il 22 marzo 1925 nell’amichevole Italia-Francia (7-0). Contro i transalpini la selezione italiana, inizialmente in maglia bianca, aveva giocato la sua prima partita della storia nel 1910 a Milano.

Non fu semplicemente un caso il divario temporale così ampio tra l’esordio assoluto della Nazionale e la prima volta di un meridionale in squadra. Il calcio nel nostro Paese fu importato dagli inglesi nel periodo post-unitario, soprattutto nelle regioni del Nord, in particolar modo nel Nord Ovest, a discapito dalle terre del sud dove il livello di povertà non permetteva la liberazione dal bisogno. Il calcio e gli sport in genere erano considerati momenti di svago, solo nel periodo della prima guerra mondiale si comincerà a valutarlo come un allenamento per il corpo e lo spirito in preparazione delle future fatiche e sofferenze. Così il calcio fu praticato negli ambienti nobili della società e seguito dai tifosi dall’estrazione sociale umile, dove ogni singola squadra rappresentava una comunità, una città. E’ dagli albori che il calcio in Italia ha raccontato lo scontro vivace tra campanili vicini.

Il sud post-unitario, conquistato e depredato dai Savoia, era poverissimo, non c’era spazio per giocare a calcio e così le prime società nate nel meridione faticavano a tenere il passo con le grandi formazioni del “triangolo industriale del Nord-Ovest” che si prendevano la scena, dividevano vittorie, sconfitte e anche scandali. E mentre gli Agnelli cominciarono a finanziare la Juventus, Bernardini riuscì a conquistarsi quella maglia grazie all’imposizione di Guido Baccani che lo segnalò al commissario tecnico dell’epoca.

In quegli anni non esisteva un unico selezionatore ma una commissione tecnica presieduta da un folto numero di persone, anche giornalisti ed ex calciatori, tutti del nord. Baccani era tra questi ed aveva il compito di segnalare i (pochi e mal considerati) talenti del campionato centro-meridionale.

In quegli anni erano le squadre del nord a giganteggiare e solo con l’avvento del fascismo si arrivò a nazionalizzare il calcio. Era il 1926 quando nacque l’attuale Serie A a girone unico. Prima di quell’anno le squadre erano divise geograficamente in tre gironi prima e due gironi poi. Ma a trionfare erano sempre le società del nord. Da questo momento il calcio in Italia migliorò dal punto di vista tecnico e le squadre meridionali poterono finalmente confrontarsi anche con le grandi provando a rubarne i segreti del loro successo.

Bernardini quando fu convocato in Nazionale giocava nella Lazio da attaccante. La sua è una storia travagliata e di successo. Dal carattere difficile, si narra di un uomo tutto di un pezzo e intransigente che agli esordi della sua carriera si mise in evidenza nel ruolo di portiere prima di diventare un attaccante di successo e terminare la sua parabola calcistica a centrocampo, oscurato nell’Inter dall’avvento di Meazza.

Non  sono confemati i motivi che spinsero il giovanissimo Bernardini a lasciare il ruolo di portiere. Si racconta che la decisione fu presa dopo aver raccolto in fondo al sacco 4 reti siglate dal Naples (la prima società di calcio nata a Napoli prima della SSC Napoli), altri narrano che fu un terribile scontro di gioco e le conseguenti pressioni della famiglia a farlo spostare di ruolo sul rettangolo di gioco.

Ma il calcio era nel suo destino visto che anche come allenatore si mise in luce riuscendo a conquistare due Scudetti con Fiorentina e Bologna. Divenne allenatore anche della Lazio conquistando una Coppa Italia, il primo trofeo della storia biancoceleste. Il centro sportivo di Trigoria, quartier generale della Roma, fu intitolato a Fulvio Bernardini che vestì la maglia giallorossa per 11 stagioni di fila.

Fonti:

Storia critica del calcio italiano, di Gianni Brera

Dov’è la vittoria, di Angelo Forgione

Wikipedia.org

www.storiedicalcio.altervista.org

Archiviostorico.gazzetta.it 

Repubblica.it


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