I cori antinapoletani sono permessi: curve aperte per Juve, Roma e Udinese

Foto di repertorio


I cori razzisti contro i napoletani prodotti dai tifosi di Juventus, Udinese e Roma, nello scorso turno di campionato, sono stati puniti soltanto con delle ammende. Lascia perplessi la decisione del giudice sportivo Gerardo Mastandrea che, invece di chiudere le curve incriminate, ha solo comminato una serie di multe. La decisione è giustificata dal fatto che al giudice sia pervenuta la segnalazione per “un solo coro insultante di matrice territoriale“, come riporta un comunicato della Lega di Serie A. La chiusura delle curve, invece, scatta nel momento in cui i cori sono ripetuti e numerosi.

Proprio il numero dei cori, quindi, sembra la discriminante che ha portato il giudice a graziare le tifoserie citate, tra l’altro anche recidive. Davanti a tutto ciò sorge una domanda: ma un solo coro razzista non è grave quanto una serie di cori? Eppure, i napoletani si aspettavano altro, soprattutto dopo le dure parole di condanna, che Gabriele Gravina, presidente Figc, ha pronunciato contro i cori discriminatori: “Ci sarà l’esatta applicazione di quanto prevedono le norme. Ho parlato con il presidente Aia Nicchi e il designatore di A Rizzoli invitandoli all’applicazione rigida del protocollo previsto. Le norme sono chiare: c’è il primo annuncio, nel secondo si riuniscono le squadre a centrocampo. Se si continua si va nello spogliatoio e poi si annuncia la sospensione“.


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