Dopo un furto ricevuto: “Napoli è in coma, il centro storico sta morendo”


Dinanzi a certe immagini non servono parole, parla il silenzio, lo sdegno e la rabbia, sentimenti che però danno la forza a Genny, titolare del negozio di Tende “Cardone” a Napoli.

La sua famiglia, così come racconta Genny, è titolare dell’attività ormai da anni e tramanda il lavoro di generazione in generazione, dal 1895, quando fu fondata da Gennaro Cardone, si può infatti parlare di una delle ditte più antiche di Napoli. A seguito di un furto, Genny Cardone, decide di affidare a Facebook la sua rabbia e scrive: “Napoli è in coma: Questa (in riferimento alla foto) la pubblico all’indomani di un clamoroso furto che ha subito il mio negozio, il negozio della mia famiglia, il negozio di tutti i napoletani , e non solo, la Cardone Arredo Tende, è una ditta fondata nel lontano 1895 da Gennaro Cardone, e si può ritenere uno dei negozi più antichi della metropoli, io personalmente faccio parte della quinta generazione, grazie al mio papà Vincenzo, e mio nonno anche lui Vincenzo, siamo riusciti a portare avanti un discorso fatto di serietà e affetto verso tutti i nostri clienti, non so’ se riusciremo ad andare avanti , è molto difficile, sono ancora sotto shock, ancora devo metabolizzare , ma vi assicuro amici è molto difficile proprio in questo triste momento per il commercio. Il centro storico di Napoli sta morendo (vedi come vengono trattati i monumenti ) le attività commerciale prese di mira dai taglieggiatori e scassinatori, nessuno interviene, nessuno ci difende, nessuno ci tutela, Napoli è in coma. Grazie Sindaco!

Sono parole forti quelle di Genny, colme di delusione e amarezza, le parole di un figlio di Napoli che vede morire la propria città sotto le armi di delinquenza e incuria. Punta il dito contro De Magistris, e forse simbolicamente colpevolizza tutte le istituzioni a parer suo assenti. Genny è solo il nome di uno dei tanti napoletani incastrati in un sistema sbagliato, ma è anche il nome di chi ha avuto il coraggio di denunciare seppur su un social network, tutto quello che nella bella e maltrattata Napoli, purtroppo non funziona. La colpa però, di chi è davvero?


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