Carla, bruciata viva, il compagno: “Voglio pagare per quello che le ho fatto”


Ha bruciato viva la compagna, incinta di otto mesi, ed è scappato in auto, sperando di farla franca. Paolo Pietropaolo ha commesso un gesto che definire orribile è poco. In tanti si chiedono il perchè abbia commesso questa follia, che ha per sempre rovinato la sua vita, quella della bellissima Carla Caiazzo e di sua figlia, che ha rischiato di morire nel grembo della mamma che adesso lotta contro la morte.

Pietropaolo durante un furioso litigio con Carla, ha preso una bottiglietta con dell’alcol, l’ha svuotata sul corpo della donna per poi appiccare il fuoco con un accendino: “È stato un gesto d’impulso – ha spiegato l’aggressore – la bottiglietta era nel garage tra gli attrezzi. Non sono mai stato violento con lei prima. In macchina, mi sono subito reso conto di quello che ho fatto. Spero che si salvi”.

Paolo e Carla si conoscevano da 13 anni e, nonostante la loro relazione fosse fatta di amore e odio, avevano deciso di avere una bambina tramite fecondazione assistita. Ciò che ha fatto scattare la furia omicida dell’uomo, sarebbero stati i presunti tradimenti della compagna: “Non sto bene – si legge su IlMattino.it e sapere che, nonostante attendessimo una figlia, lei continuava a vedere un altro mi faceva stare ancora più male. In otto mesi, con Carla ci siamo visti quattro volte, ma ci siamo sempre sentiti. Aveva voluto un figlio con me, ma non lasciava perdere quell’altro. La nostra discussione è nata proprio su questo. Ho perso la testa, mi è scattato all’improvviso qualcosa. L’abbiamo voluta insieme la figlia, io credevo in una vera famiglia. Lei mi ha allontanato, non voleva saperne…”.

Pietropaolo non ha agito d’impeto, in passato avrebbe infatti tentato o desiderato di uccidere Carla in altri modi. E’ per questo che gli è stato contestata l’accusa di tentativo di omicidio aggravato dalla premeditazione.

Una vita già difficile quella di Paolo, distrutto dalla depressione e da qualche dose di eroina, diventata ancora più terribile per aver commesso il folle gesto, di cui si è pentito, ma al quale non sarà mai trovata una giustificazione valida: “Quando ho capito che cosa avevo fatto mi sono imbottito di psicofarmaci e ho cercato di ammazzarmi. Ora per me la cosa più importante è che Carla si salvi. Ditemi che sta meglio, ditemi che si salva. È giusto che io paghi per il dolore che le ho fatto provare”.


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