iHappy 2015. Ecco le città italiane più felici: i giorni del 2015 più tristi e quelli più gioiosi


In occasione della quarta giornata mondiale della felicità indetta dall’ONU, è stato pubblicato l’e-book iHappy 2015 edito dal Corriere della Sera, che raccoglie tutti i dati sull’andamento della felicità degli italiani nel corso del 2015 attraverso Twitter, con la classifica delle città più felici e più infelici e cercando di spiegare i motivi che hanno contribuito a generare buonumore o tristezza.

A livello regionale la regione più felice d’Italia è l’Umbria, seguita dalla Puglia. Al terzo posto il Trentino Alto Adige, che in passato aveva fatto segnare una felicità più bassa della media. Tra le province invece trionfa Novara, che precede Genova (prima nel 2013 e terza nel 2014) e Lucca. Tra le top-10 anche Firenze, Cagliari e Bari. Roma passa al 102° al 41° posto, Milano nell’anno di Expo dall’ultimo posto del 2014, si classifica stavolta 27° posto. Bene anche Torino (+48) e Napoli (+33 posizioni).

Ma quali sono i motivi della felicità degli italiani? 

L’analisi mostra che incidono la qualità ambientale, ma anche degli ospedali e di servizi per il tempo libero (come cinema, librerie, ristoranti, teatri), mentre il reddito pro-capite anche quest’anno continua a non essere motivo della felicità. Le provincie più ricche infatti non sono necessariamente quelle più felici. Nel corso del 2015 è il saldo delle imprese a favorire la felicità, quando il numero di imprese in una provincia aumenta rispetto al 2014 di 1 punto percentuale, iHappy cresce allo stesso modo di quasi 1 punto. Arrivano conferme, rispetto agli anni passati, anche in merito all’effetto di San Valentino (+2,1 punti) e della festa delle donne (+5,1). Mentre lo spostamento di lancette dovuto all’ora legale crea ansia e depressione, facendo scendere (-4,1) la felicità e Natale è  stato il giorno più felice di tutto il 2015.

Economia, Unione Europea, terrorismo e immigrazione hanno avuto un ruolo nello spiegare i picchi di felicità (o di depressione) degli italiani. Il giorno più infelice del 2015 in Italia è stato il 3 settembre, quando in rete circolarono le foto del piccolo Aylan (35,9), annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, seguito dai giorni che seguono la strage del Bataclan (37,4). Boom di felicità anche il 15 maggio quando la Juventus, pareggiando contro il Real Madrid, conquista l’accesso alla finale di Champions League.

Studiare i social permette anche di capire durante la giornata come cambia l’umore degli italiani: per molti è dura svegliarsi presto la mattina e così tra le 6:30 e le 7:45 circa ecco il primo picco negativo dell’umore che invece risale tra le 8 e 9, orario del caffè con i colleghi per poi scendere di pari passo fino all’ora di pranzo. Tra le 12 e le 14 risale fino alle 17, altro picco negativo della giornata. Serata in allegria con gli amici fino alle 22 circa, fino alla notte che si mantiene neutra per tutta la sua durata.

Ma come si può analizzare la felicità tramite Twitter? Un campione di post studiato sulla base principalmente degli emoticon in essi presenti (ovvero le faccine). A partire da questo campione iniziale, integrato da una codifica manuale periodica che distingue i messaggi contenenti un linguaggio che esprime gioia o allegria da quelli contenenti invece un linguaggio di rabbia, paura e ansia, e attraverso l’applicazione dell’algoritmo statistico iSA® (integrated Sentiment Analysis) sviluppato dallo spin-off dell’Università di Milano VOICES from the Blogs, diventa possibile classificare i tweet postati quotidianamente in Italia al fine di ricostruire il grado di “felicità” nazionale. L’informazione inoltre può essere geolocalizzata, grazie alla posizione degli utenti individuata tramite social.


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