L’indagine prende piede dal Noe di Caserta, in seguito ad una segnalazione anonima che denunciava un’attività illecita presso la società San Severino Ricomposizioni ambientali srl. In questa cava venivano smaltiti rifiuti provenienti da demolizioni di edifici della città e provincia di Napoli, senza essere sottoposti a processi di separazione, vagliatura e macinazione. Oltre a questa cava, ne è stata scoperta un’altra, sempre a Giugliano: la cava Neos.
Le indagini hanno mostrato come, gli indagati, miscelassero i rifiuti provenienti dalle demolizioni con la pozzana prodotta nella cava, ricavandone un miscuglio che veniva poi venduto ad un’industria di Caserta, produttrice di laterizi e cemento. In seguito ad alcuni controlli, si è visto come i mattoni, destinati all’edilizia, fossero di scarsa qualità e particolarmente fragili.