Coralli, l’oro rosso di Napoli: sono gli animali più vecchi al mondo


Non è inusuale passare per negozi e soffermarsi a guardare le vetrine e capita che davanti alle gioiellerie lo sguardo venga catturato da rametti, bracciali e collane di corallo con il tipico colore rosso.

Ma quanti sanno che quei gioielli in passato erano in realtà organismi viventi animali?

Ebbene sì, il corallo fa parte del regno animale e più precisamente appartiene alla classe degli Antozoi. Essi racchiudono organismi simili ai coralli tra cui anche gli anemoni di mare. Il corallo è costituito da piccoli polipi,(come polipi non bisogna fare confusione con i polpi, che sono invece molluschi), che formano lo scheletro di carbonato alla base del corpo molle. I polipi crescono tutti vicini e secernono secrezioni calcaree che servono loro per fondersi e stratificarsi.

Il termine corallo utilizzato al singolare non è corretto, poichè non è mai da solo, ma vive con altri suoi simili formando delle vere e proprie colonie. I polipi per produrre a distanza altre colonie, quando è presente l’alta marea o mare agitato, emettono in mare milioni di uova e spermatozoi. Di questi milioni di gameti, solo poche uova saranno fecondate.

Il prodotto della fecondazione è un piccolo organismo larvale che viene trasportato dalle correnti fin quando non incontra una roccia su cui annidarsi. Una volta stabilita, la larva si evolve in polipo che una volta maturo si divide e crea una nuova colonia.

Le colonie in generale possono formare atolli, ma soprattutto barriere coralline. I coralli in genere vivono in acque non inquinate, non sopportano le alte temperature, ma hanno bisogno di luce per vivere. Mangiano per lo più lo zooplancton e piccoli animali. Spesso vivono in simbiosi con le zooxanhellae che sono delle piccole alghe simbionti. Queste si annidano tra i coralli e danno nutrimento ricevendo in cambio protezione e sostanze nutritive come fosfati e nitrati.

Quanto tempo vivono i coralli?

Stupirà sapere che questi piccoli organismi rappresentano i più vecchi animali vivi al mondo. Sono molto più longevi delle tartarughe ed esistono specie che vivono da centinaia e migliaia di anni. A seconda del numero dei tentacoli vengono divisi in:

  • Octocorallia che comprende tutti coralli con otto tentacoli
  • Hexacorallia che comprendono tutti i coralli con più di otto tentacoli.

A loro volta queste sottoclassi possono essere divise in altri ordini. Di coralli ce ne sono di tutti i tipi e di tutte le forme, arricchiscono gli oceani e sono importanti per l’ecosistema.

Tra le tante specie uno dei coralli che viene usato per l’industria ed il commercio è il Paramuricea clavata o più comunemente conosciuta con il nome di Gorgonia rossa. Essa ha una forma che ricorda un albero con delle ramificazioni di colore rosso scuro. Può raggiungere anche le dimensioni di circa mezzo metro d’altezza. Le colonie sono tra le più belle, perchè assumono l’aspetto di un bosco sommerso. Questa specie si trova nel Mar Mediterraneo e per vivere ha bisogno di poca luce e di profondità che vanno dai 25 ai 100 metri. In passato le colonie erano molto numerose, ma a causa del riscaldamento delle acque e della pesca a strascico che si praticava in passato sta quasi scomparendo dai nostri mari.

Un’altra specie rigorosamente protetta è la Savalia Savaglia, meglio nota come falso corallo nero. Non si sa molto della sua biologia, ma siccome vive in acque molto profonde in passato veniva ferocemente pescato e usato come trofeo proprio perchè difficile da prelevare. Oggi sembra che le colonie siano stabili e che non abbiano subito altri danni. E’ tra le specie più longeve e cresce sui cadaveri di altri coralli espandendosi in altezza e formando strutture di più di mezzo metro. Questa specie vive nella zona del Mediterraneo, anche presente nel Golfo di Napoli, Portofino, Messina e arcipelago Toscano.

Ma la specie, più ricercata e più lavorata è senza dubbio il Corallium rubrum, il più comune corallo rosso.  Vive sia nel Mediterraneo che nell’Oceano Atlantico orientale. Per vivere ha bisogno di una salinità costante e di un’illuminazione attenuata. Le colonie possono raggiungere i 20- 30 centimetri di altezza e la pesca dopo gli anni ottanta è molto controllata e può essere praticata  solo con particolari licenze. In passato questa specie fu lavorata per la prima volta in assoluto dalla città di Torre del Greco che ancora oggi ne detiene il primato nel commercio mondiale.

Venivano pescati grazie alle coralline, particolari barche formate da due bracci di legno incrociate che servivano a raschiare il fondale marino. Purtroppo inconsapevolmente hanno provocato un grande danno all’ecosistema marino. Le colonie sono diminuite di molto ed è molto difficile sperare in una ripresa rapida, poiche il corallo rosso è una della specie che cresce più lentamente ed è quella più sensibile ai cambiamenti climatici.

Perchè il corallo è così importante per gli ecosistemi marini?

Il corallo rappresenta un indicatore biologico. E’ un organismo spia che ci aiuta a capire lo stato d’inquinamento di un ecosistema. La sua presenza è indice di buona qualità dell’acqua, ma la sua assenza funge da campanello d’allarme per l’ambiente marino. Purtroppo l’inquinamento sta letteralmente distruggendo le barriere coralline del mondo. I gas, gli idrocarburi uniti al riscaldamento globale terrestre stanno minacciando la loro sopravvivenza.

L’inquinamento atmosferico sprigiona anidride carbonica che il mare assorbe decretando così un’acidificazione delle acque e danneggiano la capacità dei coralli di produrre carbonato di calcio. Un esempio di malessere generale delle acque è la barriera corallina dell’Australia che nel 2016 ha subito un processo sbiancamento nel 90 percento dei coralli, mentre il 20 percento di essi è morto. Ciò a causa dell’innalzamento della temperatura del mare di 4 gradi.

Secondo gli esperti per avere una ripresa ci vorranno un minimo di cinque anni, ma il vero problema da risolvere è quello del riscaldamento globale. Se questo fenomeno non dovesse arrestarsi nel giro di 50 anni potrebbero morire tutte le barriere coralline presenti nel mondo e provocare così un danno non solo al mondo marino ma anche all’intero pianeta Terra.

Fonti:

I coralli del Mediterraneo – ABC Terra

Grande barriera corallina, lo sbiancamento non si ferma – National geographic

Barriere coralline e pesci: un legame a doppio filo – Oggiscienza

L’inquinamento che uccide la barriera corallina – ideegreen


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