Presa Diretta: “In Campania si vive di meno”. De Luca: “Pronti alla querela”


Il 22 gennaio 2018 è andata in onda su Rai 3 una puntata della trasmissione d’inchiesta “Presa Diretta” dal nome “Medici in prima linea” dove si è parlato di sanità pubblica. Dapprima si è messo in evidenza gli sprechi, la disorganizzazione della sanità italiana, poi si è parlato anche di eccellenze.

La trasmissione si è poi soffermata sulla differenza del Servizio Sanitario Italiano tra Nord e Sud Italia, con un’efficienza della prima e un disastro della seconda con commissariamenti, medici eroici e morti evitabili.

“La Campania è in fondo alla classifica tra tutte le regioni italiane per i Livelli Essenziali di Assistenza (i cosiddetti LEA) stabiliti dal Ministero della Salute, ma è prima nella drammatica graduatoria delle morti evitabili, cioè quelle che si potrebbero evitare con cure appropriate e tempestive“, questo riporta Presa Diretta.

Dalla trasmissione è emerso un quadro davvero preoccupante con medici e infermieri del 118 allo stremo, liste di attesa infinite, tagli ai fondi regionali e carenza cronica del personale. Sarà davvero così? Il Presidente della Regione Vincenzo De Luca si è infuriato dopo aver visto la puntata e ha minacciato una querela per diffamazione, soprattutto per la frase: “In Campania si vive di meno”.

In un’intervista rilasciata a Mattina 9 commenta così De Luca: “Ho visto la registrazione della trasmissione di RaiTre “Presa Diretta” e l’ho trovata semplicemente ignobile: ha presentato un quadro della regione Campania peggiore di quello dell’Afghanistan. Un servizio vergognoso, che confonde le date, riporta cifre del 2015 e mostra immagini del 2014. Una vergogna per la quale ovviamente procederemo a querela per diffamazione”.

“Presa Diretta non si è neppure accorta del lavoro straordinario che stiamo facendo e ha cancellato le eccellenze che abbiamo a livello internazionale come il Pascale, il Santobono e il Monaldi. Stiamo lavorando con grande determinazione soprattutto per accorciare le liste d’attesa. Lo comunico agli amici di RaiTre: al Cardarelli il 62% delle fratture al femore sono operate entro le 48 ore, prima si aspettava fino a 15 giorni. L’attesa per una visita cardiologica è scesa da 40 a 2 giorni, per una di chirurgia vascolare da 14 a un giorno. Questi sono dati di oggi”.

Si è inoltre parlato del caso di Antonio Scafuri, il ragazzo di 23 anni di Torre del Greco morto la scorsa estate dopo aver atteso 4 ore al pronto soccorso. Per De Luca i dati sono vecchi e minaccia di querelare la trasmissione.

Qui la puntata intera.


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