La genesi del Male: la Camorra nei secoli, le sue vittime e i suoi Eroi


La camorra è il male, è un male, è il nostro male. È il male di Napoli, il male della Campania, il male d’Italia. Chi nega la sua esistenza, è cieco – chi afferma che è morta, nega l’evidenza.

“Perchè rappresentare un articolo sulla storia della camorra con l’immagine di Siani? Perché la storia della camorra è la storia di chi combatte contro di essa.”

Giancarlo Siani, giornalista Napoletano, assassinato dalla camorra il 23 settembre 1985.

Ogni male, però, ha una genesi. Nata come associazione criminosa di individui nel 1820, costituita nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello a Porta Capuana, con il nome di “Bella Società Riformata” (sebbene alcuni storici facciano risalire l’origine al medioevo, caratterizzando i primi camorristi come mercenari sardi trasferitisi a Napoli durante il governorato Spagnolo) è tuttavia certo che nel 1820 si sia formata come associazione di criminali, legati dal vincolo dell’omertà (il codice malavitoso del silenzio).

Alla camorra, che nelle sue iniziali intenzioni era a tutti gli effetti una setta, si accedeva tramite un rito con arma bianca o pistola. I camorristi vennero più volte utilizzati dai Borbone come “polizia del volgo”, a loro erano affidate le questioni del popolino, e formavano una milizia indipendente incaricata di controllare le prigioni, le bische, i mercati e i luoghi malfamati della città. Tale “utilizzo” fece in modo di far progressivamente istituzionalizzare l’associazione, rendendo campo fertile alle future infiltrazioni malavitosi negli apparati dell’allora Regno delle Due Sicilie, e del Regno d’Italia subito dopo l’unità.

Incisione storica, camorristi sfregiati.

I camorristi appoggiarono i Savoia nella conquista di Napoli, e per un certo periodo furono affidati al comando dell’intera città tramite l’allora prefetto di Polizia, Liborio Romano. C’è da dire però che la “Bella Società Riformata” cessò di esistere proprio sotto il dominio dei Savoia, quando il ministro Silvio Spaventa cercò di debellare l’associazione, facendo vacillare il loro strapotere a Napoli.

Negli anni a seguire la camorra si riorganizzò nell’associazione che conosciamo oggi: sotto il Fascismo la loro pericolosità venne sottovalutata, e molti camorristi si unirono agli squadristi, diventarono a loro volta fascisti, continuando la loro opera di terrore, ancora una volta istituzionalizzati; Il rapporto tra fascisti e camorristi comunque, non fu duraturo – i fascisti se ne liberarono non appena non ebbero più bisogno di loro, anche se alcune mele marce restarono nei ranghi del partito.

Al termine della guerra, con il boom economico, Raffaele Cutolo forma la Nuova Camorra Organizzata; Sono anni di efferate violenze, la camorra spara in strada e semina terrore, tra gli anni ’80 e ’90 le vittime sono migliaia, anche bambini. Muoiono eroi e baluardi del nostro tempo, rappresentanti della libertà di pensiero e parola quali Giancarlo Siani, Franco Imposimato, Giuseppe Diana, ma anche persone comuni, eroi di tutti i giorni che ebbero il coraggio di denunciare o opporsi allo strapotere dei camorristi (Gennaro de Angelis, Alberto Varone, Raffaele Pastore, solo per citarne alcuni). Negli anni 90′ la camorra fa quello che vuole, nonostante l’operato di (pochi) coraggiosi magistrati campani e non, si consumano stragi terribili (Strage di Torre Annunziata, Strage di Pescopagano, Strage di Castel Volturno, e molte altre) serve il sopraggiungere del nuovo secolo per placare leggermente il numero di omicidi, la camorra capisce che non sparando fa meno clamore, e può continuare a vivere.

Ad oggi la camorra conta migliaia di associati in tutto il mondo, continua le sue attività criminali e rinasce continuamente, nonostante gli arresti: essa è un pericolo costante che non va sottovalutato, che non va ignorato ne minimizzato, tutt’oggi esistono voci inascoltate di singoli che combattono (e talvolta, non supportati dalle istituzioni, perdono) contro la camorra e i suoi soprusi. La camorra è il male, e parlarne non è diffamare napoli o la campania, ma è necessario per tenere l’attenzione vivida sul problema, fin quando la camorra esiste, non saremo liberi.

 

  • Enzo Ciconte, Storia criminale. La resistibile ascesa di mafia, ‘ndrangheta e camorra, dall’Ottocento ai giorni nostri, Rubbettino Editore, 2008.
  • Marco Monnier, La camorra. Notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbèra editore, 1863


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