Come scrive Il Corriere del Mezzogiorno, infatti, il giudice monocratico di Torre Annunziata, Fernanda Iannone, ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato processato per direttissima e gli è stata comminata una pena di due anni e mezzo.
L’imputato avrebbe potuto ottenere i domiciliari (la legge lo prevede per le condanne inferiori ai tre anni), ma il giudice ha deciso diversamente a causa dei troppi elementi pericolosi che contornano la vicenda. Inoltre, “l’arrestato nel corso dell’udienza ha continuamente emesso suoni labiali e recitato una litania araba in nome di Allah. Vi è il concreto ed attuale pericolo che l’imputato commetta altri delitti della specie di quello per cui si procede”. Un quadro potenzialmente chiaro, che ha spinto il giudice a una decisione più severa.
L’arresto dell’algerino si inserisce in una più ampia operazione di smantellamento della rete terroristica in Italia, la cui minaccia, purtroppo, negli ultimi giorni sta tornando in primo piano.