Anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, era rimasto sorpreso dal comunicato, commentando soltanto con “sarò franco con voi. Non mi risulta”.
L’abolizione completa, quindi, non è affatto l’oggetto del Def, che invece prevede linee molto più generiche: “Si procederà infine- si legge nel Documento di programmazione economica e finanziaria- alla revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini”.
Quindi non un’abolizione – o almeno non in tempi brevi – ma una modifica nel procedimento non ben specificata.
In che modo e in che tempi potrà essere abolito il test, comunque, non è ancora chiaro. I tempi certamente non saranno rapidi, e il processo sarà graduale e potrebbe prevedere più tappe, come l’ampliamento delle borse di specializzazione.
Sicuramente l’abolizione del test di medicina provocherebbe seri problemi, soprattutto ai giovani laureati, che si troverebbero di fronte ad un’enorme concorrenza, costretti a fuggire dall’Italia, come tanti colleghi di altre facoltà.