I due ex operai Mimmo Mignano e Marco Cusano hanno protestato per il non accesso al reddito di cittadinanza. I due uomini insieme ad altri tre colleghi persero il lavoro nel 2014 dopo una protesta in cui inscenarono l’impiccagione di Sergio Marchionne. I cinque poi furono reintegrati ma successivamente furono condannati a risarcire l’azienda delle spettanze percepite dal 2016 al 2018.
Il motivo della nuova protesta è una norma del reddito del cittadinanza che escluderebbe gli operai licenziati. I due operai, infatti, dichiarano di non poter accedere al reddito di cittadinanza a causa del salario corrisposto da FCA dal 2016 al 2018, ovvero da quando la corte d’Appello diede loro ragione reinserendoli in fabbrica, a quando la Corte di Cassazione rovesciò la sentenza dando ragione all’azienda.
Nella serata di ieri sono giunte le rassicurazioni del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che ha annunciato che a maggio sarà emanato il decreto ministeriale per l’Isee precompilato, e dall’Inps è arrivato il verbale in cui si ribadisce l’intenzione del Governo dei decreti attuativi per il Rdc: due condizioni che hanno spinto i manifestanti ad interrompere la protesta.
“La nostra iniziativa – hanno dichiarato gli ex operai – non è stata inutile e la questione dell’esclusione dal reddito di cittadinanza di molti operai che hanno perso il lavoro si è riaperta. Per questi motivi ribadendo la necessità di estendere e sviluppare la lotta di tutti gli operai licenziati e disoccupati, abbiamo deciso di scendere dal campanile”.