Mozzarella, ricercatori campani scoprono come smascherare latte straniero


Scoperto dal Cnr un test per smascherare il latte straniero nella mozzarella di bufala campana Dop. I ricercatori dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam) hanno infatti annunciato di avere messo a punto un sistema in grado di rilevare una delle forme di adulterazione più comuni dello storico latticino campano.

Lo studio, pubblicato su Food Chemistry e che utilizza l’analisi proteomica delle caseine, ha permesso di riconoscere dei marcatori molecolari indicatori della presenza di latte o cagliata di bufala di provenienza straniera, miscelati con latte prodotto in Italia. “Questa scoperta -annuncia il Cnr- consentirà di realizzare test di routine veloci ed economici” per individuare eventuali adulterazioni di latte e formaggi da bufala campana con materie prime provenienti al di fuori dell’area di produzione.

Il latte delle nostre bufale ha caratteristiche genetiche che lo differenziano da quello proveniente da altri paesi. Grazie a questo studio si potrà finalmente smettere di dubitare circa la provenienza della tanto apprezzata mozzarella di bufala Campana Dop” spiega Simonetta Caira, ricercatrice Cnr-Ispaam e coordinatrice dello studio.

Caira sottolinea inoltre che “la metodica analitica messa a punto potrà essere applicata sia sul latte o cagliata in arrivo al caseificio sia sul prodotto finale presente sui banchi del supermercato“. In questo modo, “si potrà garantire la qualità e la genuinità delle merci lungo tutta la filiera di produzione” assicura la ricercatrice.

Questo lavoro si inserisce in una attività dell’istituto Cnr ad ampio raggio e che si svolge nell’ambito dell’applicazione di approcci proteomici alle produzioni agroalimentari. “Il Cnr-Ispaam – sottolinea il direttore dell’Istituto, Andrea Scaloni- partecipa alla nuova infrastruttura di ricerca europea per il settore Health & Food che si chiama Metrofood (Infrastructure for promoting Metrology in Food and Nutrition)“.

E lo scopo, aggiunge Scaloni, “è quello di sviluppare tecnologie e servizi metrologici nel settore agroalimentare per garantire il valore della filiera produttiva, la sicurezza-qualità-tracciabilità-autenticità delle produzioni e, conseguentemente, contribuire allo sviluppo sostenibile dei territori di produzione e alla salute dei consumatori“.


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