Navi da crociera inquinano 20 volte di più delle auto: Napoli tra i porti più colpiti


Le navi da crociera inquinano 20 volte di più delle automobili: è quanto emerso da uno studio; l’area più danneggiata dal carburante dei giganti marittimi, ovvero ossidi di zolfo, azoto e particolato, è proprio quella mediterranea.

La CO2 delle navi da crociera in Europa è pari a quella prodotta da Lettonia, Lussemburgo e Cipro messe insieme.
Neanche l’entrata in vigore dei nuovi limiti IMO sul tenore di zolfo nei carburanti dal 2020 sarà sufficiente per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.

Transport & Environment ha pubblicato un rapporto in cui si elencano le emissioni lasciate da 203 navi da crociera mentre si spostavano nei mari europei nel 2017: 62 mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155 mila tonnellate di ossidi di azoto, 10 mila tonnellate di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2. L’emissione di zolfo risulta 20 volte maggiore rispetto a quello di 260 automobili circolanti nell’UE. Inoltre, secondo il rapporto, Costa Crociere e MSC Crociere sono le compagnie che emettono maggiori inquinanti nei mari dell’UE.

I dati sono impressionanti, considerando che l’attenzione è stata sempre posta maggiormente sulle vetture automobilistiche, nonostante oggi si sia maggiormente attenti a produrre automobili ecologiche.

L’Italia risulta il paese europeo più colpito dalle emissioni delle grandi navi. Tra le 50 città più inquinate d’Europa, a causa dei fumi tossici emessi dal turismo di lusso delle navi da crociera, 10 sono italiane. Al terzo posto c’è Venezia, preceduta solo da Barcellona e Palma di Maiorca. Nel capoluogo Veneto, ogni anno 68 grandi navi stazionano quasi 8.000 ore in porto a motori accesi, emettendo 27.520 kg di ossidi di zolfo: 20 volte la quantità dello stesso inquinante prodotta dalle automobili nell’intera area comunale, Marghera e Mestre comprese. A Venezia le navi da crociera emettono ogni anno 600.337 kg di ossidi di azoto e 10.961 kg di particolato.

Il danno maggiore è dato dal fatto che le navi stazionano molto tempo nel molo veneziano tenendo accesi i motori per garantire i servizi a bordo ai passeggeri. Vengono così liberati ingenti quantità di fumi altamente tossici che danneggiano l’aria, l’ambiente e la salute dei cittadini.

Nella classifica europea delle città di porto più inquinate dalle navi da crociera troviamo al quarto posto Civitavecchia. Napoli si posiziona al dodicesimo posto (terzo posto in Italia) seguita da Genova, La Spezia, Savona, Cagliari, Palermo, Messina, Bari.

Per ottenere questi dati i tecnici di T&E si sono serviti del sistema di identificazione e tracciamento delle navi attraverso satellite. Sono quindi stati in grado di stimare le emissioni delle imbarcazioni per ogni punto attraversato sulla mappa, compresi gli stazionamenti in porto.

Non è un caso che l’inquinamento risulti più elevato nel Mar Mediterraneo: nell’Europa Meridionale la normativa sulle emissioni navali è meno stringente. Nel Mare del Nord invece è in vigore una SECA (Sulphur emission control area) che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie ad un limite del tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1%. Sempre nel Nord Europa a breve entrerà in vigore una NECA che consentirà di ridurre anche le emissioni di ossidi di azoto dalle navi.

“È ormai assodato che l’esposizione alle massicce quantità di inquinanti che provengono dalle navi comporta un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche e può determinare danni gravi al sistema cardio respiratorio oltre che allo sviluppo degli organi del bambino” ricorda Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “Non si può consentire che le vacanze su mezzi insostenibili di alcuni possano determinare un danno grave alla salute di molti”.

Veronica Aneris, responsabile nazionale per l’Italia di T&E, ha dichiarato: “Le città stanno giustamente mettendo al bando i diesel più dannosi per l’ambiente ma lasciano campo libero alle compagnie da crociera che emettono fumi tossici altamente dannosi sia per chi sta a bordo che per chi sta sulle coste adiacenti. Questo è inaccettabile”.

Lo studio si conclude chiedendo eque opportunità fiscali per i sistemi di approvvigionamento elettrico in banchina rispetto all’uso dei combustibili fossili, l’attivazione di misure per la creazione di sistemi portuali a zero emissioni e infine, come più di una volta chiesto da Cittadini per l’aria al Governo, l’adozione di un’area ECA nel Mediterraneo e, in Italia, un fondo NOx, come quello che in Norvegia ha consentito di ripulire oltre 600 navi in pochi anni.

L’analisi fatta da Transport & Enviroment presuppone che le navi rispettino sempre gli standard SOx e NOx vigenti, mentre è dimostrato che questo non sempre accade e che alcune imbarcazioni – comprese le navi da crociera – vengano scoperte violare i limiti.

Poiché i confronti si basano sulla comparazione delle emissioni delle autovetture rispetto a quelle delle navi, è probabile che i risultati finali risultino conservativi. Vale a dire che potrebbero sottostimare l’entità dell’inquinamento atmosferico provocato dalle navi da crociera rispetto alle automobili.


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