Carneficina in Libia: bombardato un centro di detenzione migranti, almeno 40 morti

Foto: Sara Creta, Twitter


Una vera e propria carneficina in Libia. Nella tarda serata di ieri sera è stato bombardato il centro di detenzione di migranti illegali a Tajoura, nei pressi di Tripoli, che “ospitava” tra le 150 e le 200 persone. A causa del raid aereo sono morte almeno 40 persone, mentre circa 80 sono rimaste ferite. Tra di essi donne e bambini.

Autore del bombardamento sarebbe il sedicente Esercito nazionale libico guidato dal generale Khalifa Haftar, secondo un comunicato diramato dal Governo libico appoggiato da Onu e Stati Uniti.

I migranti morti provenivano tutti da zone di conflitto, quali Sudan, Eritrea o Somalia. La Libia, invece, costituisce il principale ponte verso l’Europa: è la destinazione quasi obbligata per tutti quei profughi o migranti che vogliono lasciare l’Africa. Il paese, tuttavia, è diviso tra due governi in guerra: da una parte le forze di Haftar che controllano l’est e il sud del paese, dall’altra quelle di Sarraj appoggiato dall’Occidente.

Sulla questione si è espresso anche il Ministro degli Esteri italiani Enzo Moavero:

“Occorre garantire immediatamente misure di seria protezione per i civili e, in particolare, trasferire i migranti che si trovano nelle strutture di raccolta in luoghi al sicuro dai combattimenti e sotto la tutela delle Nazioni Unite.U n’ulteriore tragedia che mostra l’atroce impatto della guerra sulla popolazione civile”.


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