Innocente ucciso, ergastolo per Di Lauro. La Clemente: “Attilio è più vivo che mai”


È stata fatta giustizia per Attilio Romanò, il giovane assassinato dalla camorra per errore nel 2005. Per quell’omicidio la Corte di Appello di Napoli ha condannato all’ergastolo Marco Di Lauro. L’uomo è accusato di essere il mandante dell’agguato.

LA STORIA – Il 24 gennaio di 14 anni fa, Attilio Romanò lavorava in un negozio che vendeva telefonini. Fu assassinato perché i sicari lo scambiarono per il nipote del boss scissionista Rosario Pariante, cogestore del negozio. Per lui 5 colpi di pistola che gli furono fatali. Di Lauro, latitante da 14 anni, era stato trovato a marzo di quest’anno mentre si nascondeva in un’abitazione di Chiaiano.

IL PROCESSO – Il 2 maggio 2012 erano arrivate le condanne all’ergastolo per Marco Di Lauro e per Mario Buono. In Cassazione, l’ergastolo per Mario Buono era stato confermato, con il rinvio a giudizio invece in Appello per Marco Di Lauro. Il procuratore aveva chiesto per Di Lauro il massimo della pena. La Corte di Appello oggi ha confermato in secondo grado quella condanna.

Ma gli avvocati dell’uomo, Pecoraro e Cola, hanno già fatto sapere che faranno ricorso alla corte di Cassazione. Presenti in aula, anche l’assessore comunale Alessandra Clemente, la madre di Attilio, la sorella Maria e il marito di quest’ultima.

La Clemente ha deciso di affidare ai social un suo commento sulla sentenza.

“Mano nella mano con Rita la mamma di Attilio Romanó. Confermato l’ergastolo, dalla Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Napoli, il primo, certo con definitivo perché c’è ancora la Cassazione, a carico di Marco di Lauro.

Arrestato lo scorso marzo, dopo 15 anni di latitanza, quarto figlio di Paolo di Lauro, tra i protagonisti di quella faida di Scampia che ha prodotto centinaia di morti.

Attilio è più vivo che mai! E noi con lui. Non ci stancheremo mai. Un plauso alla magistratura e alle forze dell’ordine. Alla forza della famiglia e a chi nella propria vita ripudia con i fatti, non solo a parole, il sistema”.


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