Cap.1. Dal Pezzotto all’abbonamento pirata, le partite sono in diretta (gratuita) su Facebook


“La pirateria uccide il calcio”. E’ questo lo slogan scelto dalla Lega di Serie A per contrastare un fenomeno che negli ultimi anni è sempre più dilagante. A trasmettere le partite in diretta, non ci sono infatti più solo i siti internet con server stranieri e difficilmente rintracciabili. Oppure i decoder pezzotti con contenuti inviati tramite Iptv. Ora la nuova moda sono i video in diretta o i videoparty delle partite trasmessi da semplici utenti su Facebook in alcuni gruppi di tifosi.

I DATI – La pirateria audiovisiva, ricordiamolo sempre, è un atto criminale e l’incidenza negli adulti solo nel nostro Paese è del 60% (dati forniti dalla Lega di Serie A). Nel 2018 sono quasi 5 i milioni di italiani che hanno dichiarato di aver visto almeno una volta illegalmente contenuti sportivi in streaming sui propri device (computer, tablet, smartphone, smart TV). E’ quanto emerge da una ricerca elaborata dalla società Ipsos per conto della FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali. I film sono il prodotto più ‘piratato’ ( 33%), ma è in crescita la pirateria di eventi sportivi live. Oltre 22 milioni gli atti di pirateria sportiva, eventi calcistici ma anche Formula 1 e MotoGP. I mancati incassi per l’industria audiovisiva italiana toccano nel 2018 i 600 milioni di euro con quasi 6mila posti di lavoro a rischio.

DIRITTI SERIE A – La Lega di Serie A ha assegnato per il triennio 2018/2021 i diritti delle partite a Sky (266 gare a stagione in diretta esclusiva) e a Perform (114 gare a stagione in diretta esclusiva), che così è sbarcato nel mercato italiano con DAZN. Inoltre con NOW TV si possono vedere in streaming in Super HD 7 partite su 10 ogni giornata, da qualsiasi dispositivo, pc, smartphone, tablet, Smart TV, console Playstation e Xbox. Partite visibili anche su Tim Vision (la Tv on demand in streaming della Tim) che prevede il pacchetto Dazn e Now tv insieme. Tutti modi che implicano una sottoscrizione ad un abbonamento.

Ma sono tanti i modi per vedere, o pagando meno o addirittura gratis, le partite. Come si legge sul sito della Lega di Serie A, le azioni di contrasto della pirateria, sono effettuate principalmente contro le IPTV. L’Iptv è un sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche basate sui protocolli TCP/IP, in particolare sulla rete Internet. I “pirati” mediante l’ IPTV (Internet Protocol Television) acquisiscono e ricodificano i palinsesti televisivi delle maggiori piattaforme a pagamento per poi distribuirli sulla rete internet, sotto forma di un flusso di dati ricevibile, dagli utenti fruitori. Basta sottoscrivere  un abbonamento illecito e avere un qualsiasi dispositivo connesso alla rete.

La Lega punta a velocizzazione i tempi di blocco delle IPTV da parte degli ISP e Hosting, oltre a promuovere una campagna di sensibilizzazione sul tema, passando attraverso una richiesta alle autorità di pene più severe. Sul fronte internazionale è impegnata, insieme alle più importanti Federazioni internazionali e ai maggiori campionati europei, nella battaglia contro ‘BeoutQ’. La piattaforma illegale che pirata contenuti sportivi e di intrattenimento che si trova in Arabia Saudita. Ma sono tante le operazioni condotte dalla Guardia di Finanza, da quella ‘Eclissi’ a quella ‘Free Football’. Passando per quella di mercoledì’ 19 febbraio dove per la prima volta In Italia a essere denunciati sono stati i consumatori, 223 persone che vedevano partite con abbonamenti pirata.

PARTITE SU FB – Un contrasto che ad oggi però non sembra riguardare una delle piattaforme social più usate al mondo: Facebook. Dalla sua nascita nel 2004, con 34,8 milioni di utenti unici, Facebook si conferma essere il social maggiormente frequentato. E a dirlo sono gli ultimi dati diffusi dall’Agcom ad aprile di quest’anno: 42,5 milioni di utenti medi giornalieri che si sono collegati alla rete, per un totale di 75 ore di navigazione mensile a persona. Ed è proprio su Facebook che spesso, inconsapevoli dei rischi e del fatto che stanno commettendo un reato, persone comuni decidono di riprendere con i loro smartphone le partite a pagamento alla tv postandole in diretta in alcuni gruppi.

Abbiamo provato a vedere cosa succede durante due partite di campionato di Serie A del Napoli, entrambe trasmesse a pagamento da Sky. Sono più di mille le persone, al momento della nostra ricerca, sorprese a guardare contenuti illegali diffusi via social.

Il primo passo è stato quello di inviare la richiesta di iscrizione ad alcuni gruppi chiusi che trattano come argomento principale il Calcio Napoli. Una volta accettati, siamo andati a vedere quante persone postavano nel gruppo la partita. E a sorpresa abbiamo scoperto che tra i vari suggerimenti su come vedere le partite in streaming (con link a vari siti) ci sono anche diversi utenti che aspettano le dirette di altri componenti del gruppo. Una routine insomma che si ripete a ogni partita del Napoli e che riguarda sia uomini che donne.

La prima gara analizzata è stata Sampdoria-Napoli di lunedì 3 febbraio delle ore 20.45. Numerosi gli utenti che trasmettevano la partita in diretta in un gruppo Facebook di tifosi azzurri che conta più di 70 mila iscritti. Una sola diretta è arrivata ad avere online quasi 600 persone.

Tantissimi i commenti e le condivisioni che fanno aumentare la portata del video. Diretta che comunque per cercare di aggirare alcune norme di Facebook sul copyright è stata fatta girando il cellulare. Cosa che non è stata gradita agli altri utenti che hanno invitato Ciro (nome di fantasia) a ‘girare il cellulare’ e ‘alzare il volume’.

Ed è proprio Ciro uno dei più attivi in questo campo, pubblicando la diretta della partita in diversi gruppi e avendo anche un profilo instagram di cui va fiero e sponsorizza nel commento alle gare. Ma le partite del Napoli vengono trasmesse in diretta anche da altri utenti su Facebook come Gennaro (altro nome di fantasia) che ha il badge di fan più attivo della pagina e avvia spesso conversazioni.

partite diretta facebook

Video girati anche da Michele (altro nome di fantasia). Anche lui avvia spesso conversazioni nel Gruppo Facebook di tifosi del Napoli.

Una novità è rappresentata dai videoparty utilizzati per trasmettere in tempo reale le partite. Questa nuova funzione di Facebook (attiva dal 2018) permette di vedere filmati in live o precedentemente registrati insieme ad altri utenti ed è stata utilizzata per postare in diretta le partite del Napoli.

Alcuni persino condividono i video Instagram di Ciro come videoparty.

E’ c’è anche chi, appena il Napoli realizza un gol, carica il video in tempo reale dell’azione vincente.

 

partite diretta facebook

Situazione che non cambia in un’altra partita da noi analizzata: Cagliari-Napoli di domenica 16 febbraio alle ore 18 (trasmessa in paytv sempre su Sky). Con l’assenza di Ciro, si sono moltiplicati i videoparty di persone che condividevano una stessa diretta della partita.

partite diretta facebook

Lo schema è sempre lo stesso: riprendere con il proprio cellulare la partita allo schermo e postarla in diretta su vari gruppi di tifosi del Napoli.

partite diretta facebook

Ad oggi la Lega e la Guardia di Finanza stanno monitorando il fenomeno. Nel mirino delle operazioni sono i siti (molti chiusi) e per la prima volta i consumatori finali che comprano abbonamenti pirata. Ma le partite in diretta sui social sono per ora sfuggite ad ogni forma di controllo, che non sia la semplice segnalazione su Facebook di altri utenti.

Queste infatti le varie operazioni della Guardia di Finanza solo negli ultimi mesi (da settembre 2019).

OPERAZIONE ECLISSI o BLACK IPTV – Oltre 100 militari del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno effettuato una maxioperazione che ha portato al blocco delle sorgenti che convertivano i segnali analogici della pay-tv satellitare in web-digitale, garantendo così a tutti gli utenti un accesso free ai programmi. Bastava pagare un semplice abbonamento di 12 euro e avere un decoder ‘pezzotto’ per vedere tutti i contenuti criptati in un unico abbonamento. Nel mirino soprattutto la piattaforma online “Xtream Codes” (creata da due cittadini greci), ora oscurata. E che faceva da tramite per varie tv clandestine.

Una rete di affari illeciti che ha prodotto 2 milioni di euro al mese soltanto in Italia e che ha visto ben 700 mila utenti connessi durante l’operazione della Gdf. Utenti che ora rischiano il carcere (da 6 mesi a tre anni) e una multa che può arrivare fino a 28 mila euro.

OPERAZIONE FREE FOOTBALL – Sviluppata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia congiuntamente al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, l’operazione ha bloccato 114 siti internet che offrivano, in diretta e illegalmente, eventi sportivi. Venivano offerti contenuti “pirata” sia in modalità “streaming live” cioè in diretta, che in modalità “streaming on demand”, quindi, a richiesta degli interessati.

Più recentemente, a gennaio di quest’anno, sono stati oscurati 15 siti web che consentivano illegalmente la visione degli eventi sportivi del campionato di calcio di serie A. Un provvedimento richiesto dalla Procura della Repubblica, sulla base degli accertamenti svolti dal Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza. Il caso è sorto dopo la denuncia/querela presentata dalla Lega Nazionale Professionisti di Serie A, contitolare, unitamente alle singole squadre organizzatrici delle partite di calcio.

Ultima è l’operazione di mercoledì 19 febbraio. La novità più consistente è stata la denuncia diretta delle persone che fruiscono degli abbonamenti pirata. Identificate e denunciate, per la prima volta in Italia, all’Autorità Giudiziaria 223 persone. Tutte responsabili di aver acquistato abbonamenti pirata su internet che consentivano di vedere i contenuti delle principali piattaforme televisive a pagamento (film, serie ed eventi sportivi). Acquistando abbonamenti di questo tipo i clienti si rendono responsabili del reato di ricettazione.

La legge sul diritto d’autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio; con la confisca ai 223 clienti in caso di condanna del proprio televisore, computer e smartphone. Le sanzioni per il cliente prevedono, inoltre, la reclusione fino ad otto anni ad una multa di 25.000 euro, oltre le spese legali.

VUOTO NORMATIVO – Un fenomeno dilagante, quello delle partite in diretta su Facebook, che ha un vuoto normativo ma rientra comunque in un comportamento penalmente rilevante. Data la difficoltà di dimostrare chi realmente ha pubblicato quel contenuto e se c’è o meno uno scopo di lucro. E a farne le spese sono chi detiene i diritti delle partite. La Lega continua a fare campagne contro la pirateria con l’hashtag #stopiracy e prova a stare al passo con l’innovazione tecnologica. Ma la nuova frontiera non sembrano più essere i decoder ‘pezzotti’ o gli abbonamenti pirata bensì le partite in diretta, gratuite, su Facebook. Una escalation che va bloccata sul nascere e che sarà il prossimo obiettivo su cui interverranno le Autorità e la Lega con prossime contromisure.


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