Coronavirus, ragazzo ventilato a mano. Parla il medico: “Si doveva fare di più”


Il Coronavirus conta sempre più vittime. Tra queste, Raffaele Parisi, il 42enne soccorso da Gennaro Sulipano, l’anestesista di Ercolano che aveva cercato di salvargli la vita ventilandolo a mano.

Soltanto tre giorni prima del decesso, Sulipano lo aveva strappato alla morte, assistendolo durante il trasporto in ambulanza dall’Ospedale del Mare al Centro Covid di Maddaloni. Lui stesso ha dichiarato a ilmattino.it: “Pensavo che Raffaele potesse farcela per le riserve funzionali dovute alla sua età. Ma questa patologia sfugge ad ogni controllo, è subdola”.

“Non ci sono responsabilità per il suo decesso, versava già in condizioni molto gravi”– afferma il medico rianimatore – “Ma io credo che si poteva e si doveva fare di più. Il Coronavirus degenera nel giro di poche ore, una tosse acuta improvvisamente diventa una polmonite letale. Al 118 ti rispondono che non è grave ed il paziente si preleva quando ormai è troppo tardi”.

Raffaele era un operatore delle poste di Napoli, sposato con due figli. È deceduto sabato notte all’ospedale di Maddaloni. Dopo aver manifestato i primi sintomi aveva allertato il medico di base, ricevendo una cura che non funzionava, per poi rivolgersi al 118 il cui intervento non è stato tempestivo.

Si è poi recato prima al Cardarelli, poi al Cotugno dove ha fatto il tampone e appreso della positività dell’esito. La vittima è giunta al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare già con un quadro clinico drammatico.

Attualmente, anche sua moglie e i bambini, che hanno appreso la notizia telefonicamente, sono chiusi in casa, in attesa di un tampone che anche stavolta tarda ad arrivare. 

“I tamponi rappresentano un altro problema. Gli esiti arrivano dopo 48 ore e spesso vengono lasciati su una scrivania per così tanto tempo che i risultati diventano inattendibili” – continua Sulipano – “Quando la centrale operativa viene allertata non bisogna minimizzare ma inviare medici a casa delle persone che verifichino la situazione dal vivo. Facendo diagnosi telefoniche conteremo altri morti”.

La famiglia, scossa dal dolore, lamenta la tarda assistenza ricevuta che persiste tuttora. “Concetta e i suoi figli aspettano il tampone” – dice in lacrime Dora Vitale, cugina di Raffaele – “Non lasciateci soli in questa tragedia. Ci hanno abbandonato”.


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