Vecchioni su Milano: “Unica città italiana, gli altri Paesoni. Nessuna può vivere se muore”


Durante l’emergenza coronavirus abbiamo visto alcune città del Nord che da sempre sono un punto di riferimento per l’economia italiana andare in crisi. Ma anche l’eccellenza della sanità lombarda è stata messa più volte in discussione, sia nella scelta della cura da somministrare ai pazienti, sia nella decisione di spostare i positivi al covid-19 nelle rsa con tanti anziani.

Ora ci pensa il cantautore Roberto Vecchioni a rimarcare il primato milanese. Dichiarazioni forti quelle rilasciate al ‘Sole 24 Ore’ che vedono la città della Madonnina essere per il cantante l’unica città in Italia per qualità. Tutte le altre sono solo Paesoni.

Milano intanto è l’unica città italiana, gli altri sono paesoni. Non è grandissima, ma in qualità è l’unica vera città in Italia. E questo non lo dico, per orgoglio. Il dramma di Milano è che da quest’emergenza è stata colpita al cuore, è rimasta tra vita e morte. L’arte, l’economia, il lavoro, il pensiero: quando si ferma il cuore, si ferma circolazione. Ogni organo pensa di poter vivere da solo, ma non può. E quindi nessun paese, nessuna città, nessuna regione italiana può vivere, se muore Milano“. 

Nonostante si registrino ancora tanti casi in Lombardia (secondo il bollettino di oggi della Protezione Civile sono 159 i nuovi positivi, il 40% dei nuovi contagi di tutta Italia), Milano secondo Vecchioni non può rinunciare alla sua vita sociale. Il sindaco Sala, per porre un rimedio ai tanti assembramenti visti in questi giorni, sta per firmare un’ordinanza che vieta la vendita per l’asporto dopo le 19.

Ma Vecchioni pensa che Milano non possa stare ferma:

“La vita sociale non può mancare. È come se uno si svegliasse a Genova senza mare. Per Milano, il suo mare è il suo lavoro, la sua capacità ergonomica, la sua capacità di confronto dal vivo. Sarebbe come per Genova o Napoli perdere il mare, o come se Roma non avesse più le sue chiese. L’altezza di Milano è la forza attiva delle persone. E la possibilità di prendersi una malattia – rispettando ora tutte le misura di sicurezza – pesa meno delle conseguenze di non muoversi. Chi è fermo, è finito. La natura di Milano è quella di non stare mai ferma. Di essere viva così… Per parlare di Milano, bisogna vivere qui, non ciacolare da fuori”. 

 


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