Milano, dal Covid al nuovo scandalo tangenti: finita la favola della capitale morale


Milano capitale morale, fiore all’occhiello della nazione, eccellenza italiana invidiata da tutto il mondo. È questo il racconto che per decenni è stato fatto del capoluogo della Lombardia, descritto come un’entità misticamente perfetta cui era sacrilegio avvicinarsi se non con il fine dell’adorazione incondizionata. Un mito che invece si sta sgretolando sempre di più, grazie a due colpi durissimi nel giro di pochi mesi: l’emergenza Covid gestita in maniera fallimentare sia a livello comunale che regionale, ed il nuovo scandalo su corruzione e tangenti sugli appalti per la Metropolitana di Milano. Tredici arresti, tra cui Paolo Bellini, dirigente dell’Atm, figura essenziale perché secondo la procura milanese “neanche una gara in due anni si è svolta senza il suo intervento”. Anche una gara del 2006 risulterebbe corrotta, a dimostrazione di un sistema rodato e consolidato.

Le intercettazioni effettuate tramite un trojan installato sul cellulare di Paolo Bellini lasciano poco spazio all’interpretazione. Riferendosi a Tangentopoli, il manager afferma che “I tempi son cambiati ma le modalità non son cambiate”; mentre di se stesso dice: L’altro mio compito è far la puttana, cioè io faccio procacciazione e procaccio, porto a casa il lavoro”, oppure: “Dunque principalmente sono queste tre. Io mi sto muovendo in questo modo. Da prostituta che sono, perché io sono una prostituta, sto lavorando per tutte e tre…”.

Il manager agiva dunque con la coscienza sporca, sapendo di commettere dei reati. In un’altra intercettazione dice: “Beh voi sapete che io ho una società, sono un socio occulto chiamiamolo così, della Ivm che adesso si chiamerà Mad. Loro mi fanno tutta la manutenzione degli impianti di segnalamento di tutte le quattro linee metropolitane, e dunque è una realtà di persone che fa prettamente soltanto manodopera. E dunque io mi son sempre appoggiato qua. Comunque il mio interesse è quello di dire chiunque vinca di portare a casa il lavoro”. È proprio Bellini a sottolineare di ricevere un quid mensile come se prendessi uno stipendio, però è tutto occulto.

Non è ad ogni modo l’unico scandalo e le tangenti sono particolarmente in voga a Milano: si potrebbe parlare di Expo, dei 43 arresti del maggio 2019 per corruzione, dei ripetuti scandali che riguardano la Sanità lombarda che si sono succeduti in 25 anni. Sull’argomento è stato perfino scritto un libro, Chi comanda Milano, il cui sottotitolo è più che eloquente: “Una città travolta dagli scandali e dalla corruzione in cui il potere e la criminalità organizzata siedono intorno allo stesso tavolo”.

Possiamo allora ufficialmente mettere un punto alla favola di Milano capitale morale, città che deve sopportare suo malgrado tutta la zavorra di un paese che le impedisce di diventare una sorta di giardino dell’Eden nel cuore della Pianura Padana. È senza ombra di dubbio la città più all’avanguardia d’Italia, ma quanti miliardi ha ricevuto nel corso dei decenni, tolti alle altre aree dell’Italia? Quanti investimenti? E quanto denaro è andato a finire nelle tasche dei colletti bianchi? Con un fiume di denaro di tale portata, una vera emorragia, certi risultati sono scontati nonostante la corruzione e le inefficienze sapientemente nascoste dai diretti interessati e soprattutto dai media i quali, guarda caso, hanno in prevalenza sede proprio a Milano per quanto riguarda quelli principali.

Fatti una buona nomea e vai a scassinare le porte, così recita un detto napoletano che in terra lombarda evidentemente hanno saputo cogliere alla lettera, poiché dietro lo schermo dell’efficienza e della moralità impeccabile si nascondevano malaffari che non nulla da invidiare a quelli avvenuti ad altre latitudini, anzi, potrebbero fare scuola visto che il ladro è passato per santo.


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