Cantante neomelodico: “Per il mio videoclip cerco ragazzi con mentalità mafiosa e con voglia di riprese sanguinose”


Negli ultimi giorni, un post del cantante neomelodico Gino Ferrante è diventato virale. Ciò per l’insolito modo in cui ingaggia comparse per il suo prossimo videoclip.

Queste le sue parole su Facebook: “Siamo in cerca di ragazzi e ragazze per il nuovo video del brano ‘Nun se po’ credere’ (continuo del brano ‘A società’). Preferibilmente con mentalità mafiosa e con voglia di riprese sanguinose, sparatorie, pronti per spostamenti internazionali per scene.”

Il  post è datato 25 luglio e, almeno fino ad oggi, non risulta essere ancora eliminato. Ha suscitato diverse interazioni e reazioni contrastanti, tra cui quella del consigliere Borrelli che, come di consueto, ha denunciato l’accaduto sui social.

Insieme a Gianni Simioli, speaker radiofonico, ha commentato: “Ci hanno fatto notare queste righe scioccanti, siamo all’assurdo. Non comprendono le conseguenze delle loro azioni e ingaggiano consapevolmente alla criminalità organizzata. Un pessimo esempio per centinaia di ragazzini che ascoltano tali brani.”

Di qui, la replica dello stesso Ferrante che, a IlMattino, ha dichiarato: “Se Gomorra ha tutti questi permessi perché noi di Secondigliano non possiamo esprimerci in modo chiaro? Voglio fare un cortometraggio su questo brano che sia realistico quanto Gomorra.”

“Queste grandi produzioni sono venute a Secondigliano a girare. Adesso la gente di Secondigliano deve essere protagonista di scene girate a casa propria. Non dobbiamo essere tagliati fuori solo perché non apparteniamo a grandi produzioni.”

“I lettori sono liberi di interpretare quello che viene scritto sui social. Io sono di un quartiere molto criticato di Napoli, sono nato e cresciuto a Secondigliano. Non posso non parlare di ciò che esiste nella mia zona.”

Nel testo il neomelodico rimpiange i tempi passati, criticando l’operato dei cosiddetti pentiti: “Niente ‘cchiu è comm ‘a na vota. Mo’ se campa senza orgoglio, nun ce sta ‘cchiu l’omertà. Chi ha tradito a tutt’ e frat carcerati, chi si è votato contro ‘o pat e si è pentuto.”

“Qualche comparsa, dopo la pubblicazione, l’abbiamo trovata. Qualcuno mi ha anche scritto su Messenger ‘non è da te quello che hai scritto, sei una persona diversa’” – ha concluso Gino Ferrante.

Un’analoga situazione si è verificata soltanto pochi giorni fa, decretando l’arresto di Nello Liberti.


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