Posillipo, cemento buttato in mare da un lido: gli operai si nascondono ma la Polizia li trova. Sequestrato il cantiere


NAPOLI – La ristrutturazione di un lido balneare a Posillipo ha provocato l’inquinamento del mare antistante. Un vero danno all’ambiente che non ha lasciato indifferenti i cittadini che hanno così reagito e avvisato la Polizia Locale. Gli operai sono stati colti in flagrante dagli agenti e il cantiere è stato posto sotto sequestro. Nelle prossime ore si conosceranno i risultati dei prelievi dell’acqua per comprendere se la zona è balneabile. A raccontare l’episodio è l’assessore al Patrimonio, ai lavori pubblici e ai giovani del Comune di Napoli Alessandra Clemente in un post su Facebook.

Queste le sue parole:

“C’è chi difende il mare e il territorio. C’è chi ne abusa. Siamo da sempre molto duri con chi danneggia l’ambiente e lo saremo ancora di più. Continueremo a controllare ma anche a sensibilizzare, dai cittadini agli operatori economici, con l’intento di rispettare e valorizzare la bellezza della nostra amata terra. Questo significa anche valorizzare le abitazioni, i tratti di costa in concessione, le aree naturali, le acque del golfo, contro chi danneggia e specula. Grazie proprio alle segnalazioni di cittadini consapevoli e attivi è stato tempestivo l’intervento degli Agenti della Polizia Locale di Napoli nella zona di Posillipo”.

Come racconta l’assessore, le segnalazioni sono arrivate via email al Reparto di Tutela Ambientale, corredate da foto scattate dai residenti che evidenziavano come nell’esecuzione dei lavori edili relativi al progetto di restauro e rifunzionalizzazione di uno stabilimento balneare non erano state adottate tutte le misure necessarie a evitare nocive immissioni in mare di cemento e polvere a salvaguardia l’ecosistema costiero. Gli operai poi si erano nascosti ma sono stati trovati dagli agenti.

“Conoscendo bene l’ubicazione del sito e le difficoltà per raggiungerlo, gli Agenti si sono coordinati con il personale del Servizio Risorsa Mare del Comune di Napoli per raggiungere via mare il tratto di costa interessato dai lavori.
La spiaggia, oltre che via mare, è raggiungibile attraverso una serie di antiche grotte scavate nel tufo sottostanti un condominio di via Posillipo. All’atto dell’accesso i nostri Agenti, percorrendo le grandi caverne, non hanno riscontrato la presenza di nessun operaio. Tutti i soggetti, ritratti negli scatti poche ore prima, sembravano essere spariti nel nulla. Dopo circa venti minuti, mentre gli Agenti permanevano nell’area per le indagini del caso, sono usciti allo scoperto, da un’ulteriore anfratto nel quale si erano riparati. Identificati gli operai e richiesto l’intervento del responsabile del cantiere, si è proceduto ad ispezionare minuziosamente l’area, sia mare che via terra.

È risultato che, così come segnalato, erano in corso opere importanti di ristrutturazione e, nella fattispecie, si stava procedendo a gettare cemento nelle casseforme immerse nello specchio d’acqua antistante la banchina. Verosimilmente è proprio a causa della mancanza di tenuta ermetica delle casseforme che le polveri di cemento si erano copiosamente e pericolosamente riversate nel mare di Posillipo. Durante l’ispezione del cantiere gli Agenti hanno riscontrato, inoltre, anche la presenza di diversi manufatti in amianto. Segmenti di vecchie condotte in eternit erano infatti depositate liberamente al suolo in diversi punti del cantiere, senza alcuna copertura e senza indicazione del pericolo esistente. Altri frammenti di amianto sono stati rinvenuti all’interno di alcuni “big bag” mischiati ad altri scarti. Ulteriori 50 sacchi neri, privi di qualsivoglia classificazione e contenenti residui misti di cantiere, lastre di vetroresina ed altri di rifiuti provenienti verosimilmente dalla pulizia della scogliera, erano accantonati a ridosso di una parete tufacea”.

Si è quindi decido di prelevare alcuni campioni d’acqua a Posillipo che può risentire dello sversamento del cemento.

“In stretta collaborazione con gli Ispettori dell’ARPA Campania e seguendo le loro dettagliate indicazioni si è proceduto a prelevare campioni di acqua per poi consegnarle agli stessi, al fine di effettuare le dovute analisi per comprendere quale, e in che quantità, sia stato l’elemento liberato in mare”.

Il cantiere è ora sotto sequestro e i responsabili sono stati denunciati.

“Il cantiere è stato posto sotto sequestro giudiziario, lasciando l’obbligo alla parte di presenziare in sito al fine di garantirne la sicurezza. Tutti i soggetti identificati sono stati denunciati per la gestione illecita di rifiuti, immissione in mare di sostanze contaminanti e per l’inosservanza delle prescrizioni per la gestione dei rifiuti contenenti amianto. La collega Francesca Menna ed io esprimiamo forte soddisfazione per l’azione della Polizia Ambientale e del nostro Servizio Risorsa Mare per quest’azione sinergica a difesa della nostra città e dell’ecosistema. I controlli continueranno, grazie alla costanza e alle competenze del Corpo di Polizia Locale, per individuare i responsabili di danni così gravi al nostro territorio”.

C’è chi difende il #mare e il #territorio. C’è chi ne abusa.

Siamo da sempre molto duri con chi danneggia l’#ambiente e…

Pubblicato da Alessandra Clemente su Lunedì 31 agosto 2020

 


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