Cinema e teatri da troppo tempo fermi. Franceschini: “Il settore dello spettacolo è allo stremo”



“Il settore dello spettacolo è allo stremo, non ce la fa più, per la sua importanza, ma anche per l’economia del Paese, deve essere considerato al pari delle scuol
e.” Così il Ministro della Cultura Franceschini rispetto alle difficoltà che stanno affrontando teatri e cinema, da troppo tempo fermi. Si ipotizza una ripartenza e si lavora per le riaperture, dopo il 30 aprile. Franceschini ha quindi proposto nuove ulteriori soluzioni, parlandone lungamente con i tecnici del Cts (Comitato Tecnico Scientifico): eventi aperti anche a qualche migliaio di persone, sul modello del concerto di qualche giorno fa a Barcellona, raddoppiare le presenze massime consentite per gli spettacoli sia all’aperto sia al chiuso.

In queste ore si sta lavorando al nuovo scenario, articolato a dovere in un documento dedicato. Non sono mancate infatti le richieste da parte delle associazione del settore dello spettacolo e dei rappresentati degli enti locali, che il ministro si è impegnato ad inviare al Comitato.

Una mediazione avvenuta considerando i molteplici aut aut dell’Agis, l’associazione generale dello spettacolo: obbligo agli spettatori di fare il tampone prima di entrare in sala, indossare la mascherina Ffp2. Questo però, sarebbe “un elemento di discriminazione sociale, oltre che un ulteriore disincentivo alla partecipazione”, ha sottolineato Carlo Fontana, presidente dell’Agis, facendo notare che anche il costo della mascherina, se addossato ai gestori dei locali, non sarebbe sostenibile. Il Ministro Franceschini ha però precisato che non per tutti gli eventi sarà necessario fare il tampone, ribadendo, dall’altro canto le misure di sicurezza e i divieti vigenti: dall’obbligo della mascherina al divieto di mangiare in sala, il divieto di assembramento, le distanze; puntando ad aumentare la capienza fissata dagli attuali protocolli, che prevedono di poter riempire le sale al 25 per cento con un massimo di 200 persone al chiuso e 400 all’aperto. Anzi chiedendo di raddoppiarla. Il tampone sarà necessario per concerti, manifestazioni rigorosamente all’aperto, resta il fatto che l’organizzazione verrebbe lasciata alla valutazione delle Regioni. Solo dopo l’approvazione di tecnici e Governo. Eventuali costi aggiuntivi per tamponi e mascherine sarebbero a carico dello Stato, e degli sponsor, che promuovono quel tipo di eventi. 

Considerando l’Agis e le circa 80 realtà promotrici del protocollo #Ricominciamo sono innumerevoli le associazioni che si stanno muovendo in questi mesi con costanza e convinzione, con protocolli e organizzazioni sostenibili e contando sull’appoggio del Ministro della Cultura per immaginare un futuro, una ripartenza a pieno del mondo dello spettacolo e di tutte le maestranze coinvolte, fortemente in crisi, come in sospeso.

Augurandosi che lo Stato preventivamente consideri anche che le ennesime, tuttavia necessarie revisioni delle misure di sicurezza prevedono ulteriori, nuove spese da sostenere.


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