Napoli, gigantografia di Liborio Romano: fece arrivare Garibaldi scortato della camorra


Un manifesto nei pressi dell’aeroporto di Napoli con la gigantografia di Liborio Romano, Ministro dell’Interno e capo della polizia nel Regno delle Due Sicilie durante le fasi dell’occupazione piemontese del 1860/1861. In viale Umberto Maddalena, nello spazio che dovrebbe essere occupato dalle pubblicità, alcuni mesi fa qualcuno ha apposto quella foto enorme riportante soltanto il nome, senza ulteriori scritte o simboli. Ieri mattina invece sono state aggiunte delle frasi da parte del gruppo meridionalista di Nazione Napolitana Indipendente, guidato da Ciro Borrelli e costituito da numerosi attivisti.

Liborio Romano favorì l’occupazione dei Savoia facendo il patto con la camorra

“Il capo della polizia che fece il patto con la camorra”, “corrotto”, “traditore”, “venduto”, “colluso”, “camorrista”: sono queste le parole aggiunte per descrivere la figura di Liborio Romano. Egli, infatti, mentre l’esercito borbonico combatteva con successo contro i garibaldini e l’esercito piemontese, intrattenne dei rapporti con Garibaldi e Cavour per favorire al contrario una vittoria finale dei Savoia. Fu proprio a convincere Francesco II a lasciare Napoli per guidare la resistenza di Gaeta, con la reale intenzione di aprire la strada all’ingresso di Garibaldi nella capitale. Quest’ultimo fece il suo ingresso a Napoli scortato dalla camorra, interpellata dallo stesso Liborio Romano con la giustificazione di un controllo del territorio capillare, per evitare sommosse popolari. Per la prima volta nella storia la malavita napoletana fu di fatto istituzionalizzata, per favorire il passaggio del Mezzogiorno ai sabaudi.


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