“Vivo da un anno a Napoli senz’auto e sono contento”. Il racconto di un temerario


La Napoli degli ultimi 50 anni non verrà di certo ricordata per l’affidabilità e la precisione dei mezzi di trasporto. I napoletani sprovvisti di auto sanno bene cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina e affidarsi, puntualmente, all’intervento misericordioso di San Gennaro.

Eppure c’è qualcuno che, senz’auto, ci ha vissuto per un intero  anno (e sembra continuare a viverci) nonostante tanti km da dover percorrere ogni mattina. La storia, documentata da Fanpage, dimostra che con molto impegno e tanta pazienza, anche a Napoli si può far a meno dell’automobile.

Il temerario racconta: “Dopo qualche settimana di disorientamento (dovuto all’improvvisa “dipartita” dell’automobile) ho dato il via alla fase sperimentale. Vivo a Fuorigrotta, precisamente Cavalleggeri, il che mi mette in una posizione favorevole. Il quartiere è munito di una metropolitana in grado di portarmi dove voglio, o in punti strategici che mi facciano arrivare più o meno dove voglio, fino alle 11 di sera circa. Lo fa a ritmi compassati e avulsi da qualsiasi ruolino di marcia o programma, ma lo fa. Allo stesso tempo so di potermi servire della Cumana, al secolo Circumflegrea, mezzo di trasporto pubblico dalla cadenza e serietà degna del ventennio fascista fino a qualche anno fa (il riferimento storico è alla frase geniale e leggermente revisionista ai tempi di Mussolini i treni erano pochi, ma passavano in orario)che tuttavia è divenuta nell’ultimo anno una sorta di desaparecido, per quanto non scomparsa del tutto.

Pare che ogni buon temerario che possa veramente definirsi tale, per sopravvivere a Napoli senz’auto, debba però munirsi di una sorta di pacchetto, definito dallo stesso autore “un kit di base” : fatto di pochi elementi da custodire con dovizia: pazienza, tolleranza, romantica fiducia nelle istituzioni, grande predisposizione alla passeggiata veloce, una bici, magari dei rollerblade e qualche amico gentile che venga raramente a prendervi quando tutto quanto elencato in precedenza venga meno, specie se di notte”

Perché forse il vero unico irrimediabile problema è di notte. Quando la metropolitana si ferma e i bus sembrano viaggiare a singhiozzo in un’atmosfera di surreale e plastica lentezza la cui attesa potrebbe durare anche tutta la notte! Ma anche in quel caso Ciro sembra aver trovato la soluzione, affidandosi a Bee, sistema di car sharing di auto elettriche attivo a Napoli da qualche tempo. “Il sistema offre evidenti vantaggi (i difetti sono relativi e, volendo, colmabili), non mi permette di trovare l’auto dove voglio in città, o lasciarla dove voglio, è vero, ma con un po’ di organizzazione rende la vita molto più facile, quasi fino a risolvere del tutto il problema della mobilità. Ha costi sostenibili che, se paragonati a quelli assicurativi, di parcheggio, manutenzione e di carburante per un’auto normale, in un anno, non sono nemmeno lontanamente comparabili e, secondo i miei calcoli, permettono il risparmio giusto per il noleggio di una macchina in occasione di una eventuale gita fuori porta “ Conferma.

Insomma è proprio il caso di dire che, con un po’ di buona volontà e un pizzico di follia, anche Napoli può diventare una città libera, da vivere in bici, a piedi ed in extremis.. in auto elettrica!


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