I rincari non fermano i regali di Natale, si spende 190 euro a persona: i doni più ambiti

regali natale


Regali di Natale in Campania, l’analisi di Confesercenti. Il Natale è alle porte, e gli acquisti arrivano allo sprint finale. Tra oggi e sabato mattina, sei campani su dieci – il 58% – andranno a caccia dei regali mancanti da mettere sotto l’albero per familiari, parenti e amici. Una corsa all’ultimo minuto che vedrà protagonista la rete dei punti vendita fisici. E con una spesa minore rispetto al 2021, attestandosi a 190 euro a persona, in media. È quanto emerge da un sondaggio condotto per Confesercenti da IPSOS su un campione nazionale di consumatori.

Regali di Natale in Campania, l’analisi di Confesercenti

«Il caro bollette frena ma non troppo. E’ molto positivo – commenta Vincenzo Schiavo, vice Presidente Nazionale di Confesercenti e Presidente di Confesercenti Campania – che in questi giorni prevalgano i negozi sotto casa rispetto all’online, facendo così diminuire, rispetto al biennio 2020-2021, gli acquisti online. Questi ultimi, non dimentichiamo, hanno sempre una marginalità più alta rispetto alle imprese di vicinato, non pagando le tasse nel nostro paese. La spesa diminuisce per i consumatori, per le nostre attività ci saranno incassi dunque minori, anche se positivi. C’è un rincaro di circa il 30% su tutti tipici per il Cenone di Natale in particolare per i prodotti ittici, sui quali incidono tantissimo il prezzo del petrolio. Per i pescatori il carburante costa il doppio rispetto all’anno scorso. Lo stesso vale per l’imballaggio, la plastica, il cartone e il ghiaccio. Rileviamo questo aumento non solo sul pesce, ma su tutti i cibi “natalizi”. Le materie prime, da sole, sono aumentate del 30%. I tempi non sono facili per i commercianti, che devono fronteggiare la rottamazione del mese scorso e in molti casi si sono indebitati con le banche».

Ecco perché occorre l’intervento del Governo. «Ci aspettiamo – aggiunge Schiavo – che il Governo faccia un altro intervento mirato, diminuendo nuovamente le accise sul carburante e magari elimini l’Iva sui generi di prima necessità come acqua, pane, latte ecc., sfruttando l’extragettito d’Iva arrivato in questi mesi». Le imprese hanno vissuto un autunno difficile, condizionato dall’aumento dei costi e dal rallentamento della spesa delle famiglie. Deludente, per ora, l’impatto dell’intervento sui fringe benefits: la sola detassazione non ha portato allo sperato incremento delle somme. In questo senso Vincenzo Schiavo concorda con il pensiero del presidente nazionale Patrizia De Luise, sulla necessità di operare una vera semplificazione della norma con la possibilità di erogare i benefits direttamente in busta paga. In generale servono interventi mirati al sostegno dei consumi e dei negozi: il taglio del cuneo fiscale è un primo passo nella giusta direzione, ma serve una riduzione più sostanziale per avere un effetto sui consumi.

Quando e dove si compra

I ritardatari che ancora devono ultimare i regali concentreranno il loro shopping nelle giornate di oggi (41%) e di domani (40%) ma c’è anche un 19% che aspetterà fino all’ultimo momento utile del giorno della Vigilia, sabato 24 dicembre. Con margini così ristretti, i negozi battono in volata l’online, frenato dai tempi di consegna: l’89% dei consumatori farà almeno un acquisto presso un punto vendita fisico, contro il 59 % che sceglierà anche il web. Una buona notizia per le circa 350 mila imprese, piccole e grandi, della rete commerciale Campana, che resteranno aperte fino alla sera della Vigilia per agevolare gli acquisti.

La spesa media

In media, per i regali del Natale 2022 in Campania ed a Napoli si spenderanno in tutto circa 190 euro a persona, un budget minore rispettivamente di 51 e 57 euro rispetto a quello allocato lo scorso anno. A pesare incertezza e riduzione del potere d’acquisto, che frenano gli acquisti di una larga parte della popolazione: a fronte di un 39% che dichiara l’intenzione di mantenere stabile la spesa, quasi la metà – tra il 47% e il 54% – annuncia che ritoccherà al ribasso il budget previsto per i doni rispetto allo scorso anno. Solo il 14% pianifica di spendere di più.

L’effetto di bollette, carburante ed inflazione

Un calo tutto sommato contenuto e purtroppo comunque atteso, vista la pressione esercitata sui bilanci delle famiglie dalla corsa dei prezzi e dal boom delle bollette e dei conti da saldare, che quest’anno assorbirà un terzo circa delle tredicesime, per un valore di circa 15 miliardi di euro, 5 miliardi in più rispetto allo scorso anno. Sulle imprese invece, il caro bollette pesa per circa 60 milioni di euro al mese, pari a oltre 700 milioni nell’ultimo anno, rispetto al 2021. Non solo l’aumento delle bollette, anche l’aumento e la speculazione effettuata sul petrolio hanno prodotto degli aumenti e delle spese extra per famiglie ed imprese con conseguenziale aumento dei prezzi di materia prime.

I regali più cercati

Libri e prodotti di moda sono ancora una volta i doni più ambiti. Nella top ten delle intenzioni di acquisto per un regalo, spiccano infatti i capi d’abbigliamento (44% delle indicazioni), seguiti da libri (40%), prodotti di profumeria (39%), giochi e giocattoli (38%), regali gastronomici (31%), accessori di moda (30%), prodotti tecnologici (25%), arredamento e prodotti per la casa, vini ed elettrodomestici e piccoli elettrodomestici (tutti al 21% di indicazioni). Due su dieci – il 20% – regaleranno invece un prodotto di gioielleria. Una quota simile a quanti scelgono calzature (19%) e videogiochi (18%), mentre il 7% dei Babbo Natale campani metterà sotto l’albero un viaggio o una vacanza.

Fringe benefits

In pochi, però, potranno contare per i regali sui fringe benefits dall’impresa presso cui lavorano. L’intervento di detassazione non sembra avere avuto ancora un impatto significativo: a fronte di un 11% che segnala di aver ricevuto un benefit di valore maggiore dello scorso anno, si registra una quota uguale di intervistati che dichiara di aver visto ridursi la somma erogata.


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