Napoli in lacrime per Simba: il bimbo abbandonato dalla nascita, morto a 3 anni


Napoli piange Simba, il bimbo abbandonato dalla nascita e preso in cura da La Casa di Matteo, morto a soli 3 anni per una serie di patologie che lo affliggevano. A renderlo noto l’associazione e l’assessore Luca Trapanese, attraverso i social.

Napoli in lacrime per Simba, il bimbo morto a 3 anni

“Non avremmo mai voluto dirvelo. Il nostro piccolo Simba non ce l’ha fatta. Vi chiediamo scusa per non essere riusciti a trovare parole meno dirette e crude ma a questo dolore non ci si abitua mai e la sofferenza è sempre più atroce. E’ successo tutto improvvisamente, come altre volte. Ma questa volta non ce l’abbiamo fatta. Noi, noi e lui, insieme” – si legge sui social de La Casa di Matteo.

“Non vogliamo farci domande, non sapremmo trovare risposte adeguate. Ringraziamo chiunque lo abbia amato, da vicino, da lontano. Siamo sicuri che anche il piccolo re della foresta vi abbia voluto bene. Alle 13:00 l’ultimo saluto presso la parrocchia dell’Addolorata in via Pigna, 203, a Napoli. Grazie ancora”.

Il piccolo guerriero è stato assistito e accudito con amore dagli operatori della struttura partenopea che continua a prendersi cura dei bambini abbandonati, affetti da gravi forme di disabilità, o che hanno bisogno di aiuto pur contando sul supporto della propria famiglia.

A raccontare la sua storia è stato l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Luca Trapanese, sottolineando: “Il piccolo Simba è arrivato appena nato. Aveva una moltitudine di problemi indescrivibili che si erano ritrovati tutti insieme su un corpo piccolo e indifeso. Mai una tregua da quando è nato. Non vedeva, non sentiva, non parlava. Respirava con l’aiuto di una macchina e si nutriva con un sondino. Eppure era vivo”.

“Simba è morto sereno ed amato nella casa che lo ha accolto dalla nascita. Non aveva nessuno della famiglia originaria. Era uno di quei figli che nessuno vuole. Che vita è questa? Molti ce lo chiedono quando entrano in quella casa, perché la nostra concezione di vita è completamente sbagliata. Troppo legata al concetto di salute e normalità”.

“Simba ha avuto una delle sue crisi e purtroppo o per fortuna non l’ha superata. E’ morto tra le braccia di Marco, responsabile della struttura, che lo ha voluto accompagnare in questo momento importante. Questo è lo scopo e il senso de La Casa di Matteo. Siamo fortunati che ci sia una realtà simile e soprattutto delle persone che la portano avanti con amore e dedizione e non come un semplice lavoro. Grazie” – ha concluso.


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