Gilda morta in carcere, la famiglia non crede al suicidio: amava troppo la sua bambina


E’ giallo sulla scomparsa di Gilda Ammendola, la 32enne napoletana, originaria di Ercolano, trovata morta all’interno del carcere Fleyry-Mèrogis di Parigi, dopo aver trascorso soltanto poche ore di detenzione: secondo le autorità francesi si tratterebbe di suicidio, ipotesi del tutto respinta dai familiari della giovane, troppo legata ai suoi affetti, e in particolare a sua figlia, per compiere un gesto estremo.

Gilda Ammendola, napoletana morta a Parigi

Stando a quanto rende noto Il Mattino, Gilda quel giorno avrebbe telefonato ai suoi parenti chiedendo un pigiama, delle lentine a contatto ed altri effetti personali. Soltanto poco dopo, poi, sarebbe stata ritrovata impiccata all’interno della sua cella.

Sono stati i familiari della vittima a sporgere denuncia non credendo alla pista del suicidio. A detta loro, e delle persone a lei più vicine, la 32enne non avrebbe mai potuto togliersi la vita lasciando la sua bambina di soli 6 anni. In più si chiedono per quale motivo avrebbe chiesto indumenti e oggetti vari se la sua intenzione era quella di farla finita quella giornata stessa.

Ora le indagini passano alla Procura di Roma che segue una nuova pista: quella dell’istigazione al suicidio. La nuova strada investigativa consentirà agli inquirenti di procedere con l’autopsia sul corpo della donna che chiarirà le cause della morte.

La ragazza era stata arrestata nel luglio 2021 in un aeroporto francese con l’accusa di traffico di stupefacenti. Per tutta la durata del procedimento penale non si era mossa dalla Francia fino alla condanna seguita dalla detenzione.


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