Margherita Buy: “Avevo paura di Napoli, poi l’ho conosciuta meglio. È meravigliosa”


Giunta a Napoli per la presentazione del suo film Volare, che la vede per la prima volta alla regia, l’attrice Margherita Buy ha colto l’occasione per parlare del suo legame con la città partenopea e delle esperienze lavorative vissute tra mare e Vesuvio.

Margherita Buy: “Avevo paura di Napoli, ora la amo”

L’attrice di successo – vincitrice di 7 David di Donatello e 8 Nastri d’Argento – è giunta a Napoli per la prima volta nei panni di regista per il lancio di Volare, il film che racconta la dannata paura di volare della protagonista AnnaBì, che si trova a condividere la sua fobia con un gruppo di sconosciuti.

“Non è un film del tutto autobiografico. Non sono proprio io AnnaBì, la protagonista del film. Certo è un’attrice come me ma ha frustrazioni diverse dalle mie: lo spunto è reale, la paura di volare è tutta mia, ma si tratta di una trasfigurazione” – ha confessato nel corso di un’intervista rilasciata a Il Corriere del Mezzogiorno.

Ha, poi, raccontato la sua esperienza napoletana sul set di Lo spazio bianco di Cristina Comencini:Non nego che all’inizio avevo un po’ paura di Napoli. Ho assistito a scippi, sparatorie, atti di violenza, come succedono anche a Roma del resto. Solo che lì so come reagire, conosco i luoghi e i pericoli. A Napoli, non sapendo nulla, i primi giorni ero un po’ confusa”.

“Giravamo tra via Duomo, via Marina e altre zone non semplicissime. Poi ho conosciuto meglio la città anche nella sua vita vera, per niente edulcorata, dagli ospedali ai mercati, e mi sono trovata benissimo. La paura è stata infine controbilanciata da momenti di grande felicità. Anche in seguito, quando sono andata in scena al teatro Diana: il pubblico era così carino e competente da creare un flusso di affetto unico”.

A Napoli ci è ritornata in seguito per girare Il silenzio grande di Alessandro Gassman: “Anche questo è un film bellissimo, girato però in un’altra Napoli, una Posillipo, peraltro svuotata dal lockdown, completamente silenziata. Giravamo in una villa di grande pregio, in quel quartiere ricco e magnifico. Un posto aristocratico, molto distante da tutto il resto. Lassù ero in un altro mondo, è lì che si coglie la netta dicotomia della città”.

Napoli è un luogo cinematograficamente meraviglioso, mi piacerebbe raccontare una terza Napoli. Perché no? Lo farei con uno sguardo esterno, racconterei la Napoli di chi non è di Napoli, tra paure e meravigliose sorprese: quello che è successo a me praticamente. Di certo vorrei tornare in città come attrice, quello è un desiderio più nitido. Amo alla follia Totò, è per me una fonte di grande ispirazione. Mi piacerebbe essere un Totò femmina“.


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