Giovanna Sannino: “Mio padre fu arrestato. Non lo salutai e non andavo in carcere a trovarlo”


Giovanna Sannino, la giovane attrice napoletana conosciuta soprattutto per il suo ruolo di Carmela in Mare Fuori, si è raccontata nel corso di un intervista rilasciata a Verissimo parlando anche del suo doloroso passato caratterizzato dall’arresto del suo papà.

Giovanna Sannino: “Ho sofferto per l’arresto di mio papà”

Ho sempre voluto fare l’attrice, da quando avevo 5 anni più o meno. Ho iniziato grazie a mamma e papà che mi hanno indirizzato verso il mondo del teatro e poi non mi sono mai fermata. L’ho sempre fatto come un hobby, mi divertivo tanto. Le mie amiche giocavano con le bambole e io facevo da regista. Sono sempre stata molto dentro l’arte, ero veramente innamorata di questo mondo e non l’ho mai lasciato. Poi ho iniziato a lavorare, ho deciso che doveva diventare il mio mestiere” – ha esordito l’attrice.

Ripercorrendo la sua infanzia ha, poi, parlato dell’episodio che le ha segnato l’adolescenza: “Quando ero piccola una mattina bussano al citofono di casa mia e sono i carabinieri. Si portano via il mio papà, io non ho avuto il coraggio di alzarmi anche se stavo capendo che forse non andava tutto bene, stava succedendo qualcosa. Però non mi spiegavo il motivo. Sento solo mia madre dirgli di stare tranquillo. Mio padre quella sera a casa non è tornato, è stato 10 giorni in custodia cautelare a Poggioreale, un mese e mezzo agli arresti domiciliari”.

“Io non l’ho voluto salutare perché pensavo se lui mi vede che sto guardando questa scena sarebbe una grandissima mortificazione nel suo ruolo di genitore. L’ho visto dalla finestra andare via. L’accusa era corruzione per un viaggio che noi avevamo fatto ma che non è mai stato prenotato nell’agenzia che era stata nominata dall’accusa. Se questa situazione è tanto confusa sono apparse sin da subito cose chiarissime. Mio padre faceva parte dell’amministrazione di questo paese della periferia napoletana e il Comune non aveva speso soldi, nell’agenzia mio padre non era mai entrato e nel momento dell’arresto mio padre non era più sindaco da mesi. Viene arrestato per paura di reiterare il reato. Ma che reato deve reiterare? Papà poi ha patteggiato”.

Non sono andata a trovarlo in carcere per lo stesso motivo per cui non mi sono alzata quella mattina ma ci scrivevamo tante lettere. Le ho ancora e quella più bella è sicuramente la prima dove lui mi chiede scusa per una cosa che non ha fatto, dichiarandomi la sua innocenza. Io e lui ci amiamo ma non ce lo diciamo e invece lì mi disse di non dubitare mai del suo amore. Quando poi è tornato a casa io ho fatto di tutto per seppellire questa storia perché poteva fargli del male, lui invece ha fatto di tutto per parlarne con me, si è confrontato con me per chiedermi se ero d’accordo. Oggi sta bene, troviamo addirittura momenti comici di questa situazione”.


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