Pulmini, parla il Capitano: “Chiediamo scusa ai cittadini. Attendo incontro col sindaco, non ci ha mai ricevuti”

Taxi collettivi, intervista al "capitano"


Taxi collettivi, suona l’altra campana: dopo l’inchiesta di VesuvioLive.it sul trasporto pubblico a Torre del Greco abbiamo intervistato Luigi Di Donna, storico autista a tutti noto come “il Capitano”.

Taxi collettivi, parla un conducente storico: “Il vostro servizio ci ha risvegliati”

Luigi Di Donna è il decano dei conducenti di taxi collettivi, oggi, ma fa questo lavoro fin da quando il trasporto parallelo era del tutto abusivo. Quarant’anni sulle strade di Torre del Greco, non nasconde le negatività della categoria che rappresenta: Dobbiamo ringraziarvi per l’inchiesta che avete fatto, perché dopo aver visto il vostro servizio la nostra coscienza ha cominciato a rispondere. Il vostro lavoro dice il vero, a parte alcune cose che vanno specificate meglio: ma eravamo arrivati al culmine dei nostri difetti.

E risponde nel merito alle tante criticità messe in luce dalla nostra inchiesta intitolata “Mamma ho perso il pulmino”, a partire dai quartieri scoperti dal servizio: “In molte zone non ci andiamo per motivi ‘tecnici'”. Un modo gentile per dire che il motivo è soprattutto economico: “Noi manteniamo lo stesso prezzo per ogni corsa, di 1 Euro, dal 2004. Più volte abbiamo chiesto alle amministrazioni di mettere mano a questo prezzo e di guardare ciò che accadeva sul territorio: ciò non è avvenuto e ci siamo adattati. L’amministrazione ci ha abbandonato, quindi ormai è diventata una giungla.

E proprio come nella giungla, senza organizzazione ha cominciato a vigere la legge del più forte, nella quale ciascuno fa di tutto per massimizzare il guadagno e minimizzare i costi. “Oggi non esistono più abusivi: ci siamo regolarizzati nel 2004 ed all’epoca eravamo un esempio per le città intorno. Se fosse andata avanti quella situazione saremmo entrati in un altro mondo, avremmo lavorato ‘con camicia e cravatta’. Invece stavamo meglio quando eravamo abusivi“.

“La città è cambiata, le amministrazioni non se ne accorgono”

Il perché di questa costatazione, secondo Di Donna, è questo: “Negli anni ci sono stati una serie di eventi che a noi sono caduti sulle spalle, mentre le amministrazioni facevano finta di non vedere”.  Ciò a cui il capitano si riferisce è un generale cambiamento delle abitudini dei viaggiatori, tra minori necessità di spostamento, servizi cittadini soppressi e calo della popolazione.

Un calo degli incassi cui ha fatto da contrappeso un aumento dei costi, carburante in primis, che avrebbe quindi favorito una situazione di peggioramento del servizio. “Abbiamo richiesto – e mai ottenuto – un aumento delle tariffe. Nelle altre città questo è avvenuto. Da parte nostra, saremmo stati disponibili anche a coprire altre strade del tutto nuove: ad Ercolano, i taxi collettivi ricevono un sussidio per i percorsi nuovi. Noi dal comune non abbiamo mai avuto un euro“.

Zone remote: “Cittadini preferiscono i bus. Forse per la mancanza di controlli”

L’utenza ci vuole bene: tanti però preferiscono aspettare il pullman perché non pagano. Ho cercato di capire il motivo per il quale non salgono sul taxi collettivo quando ci offriamo di raggiungere zone più remote e la voce di popolo è questa. Non fanno i biglietti: ai tempi della CLP, quando c’era il conducente che obbligava a fare il biglietto, lavoravamo tutti con serenità: oggi invece non ci sono controlli e tanti ci prendono soltanto quando saltano le corse dei bus”.

Quella delle tratte e delle zone più remote è un problema annoso del trasporto locale: Se andiamo in via Nazionale o a Leopardi le persone non ci prendono, o ci prendono molto meno di prima. Non possiamo fare delle tratte uguali ai pullman perché andiamo in concorrenza: noi siamo un servizio di supporto. Se dobbiamo diventare di linea, a noi fa piacere: ma poi bisogna capire come mai gli autobus per questo servizio di linea che copre zone remote prendono dei contributi e noi invece no. Quindi diventa una questione di sopravvivenza: posso mai fare una giornata sulla Nazionale e rimetterci anche il gasolio ?”.

Chiesto un incontro con l’amministrazione

“A breve avremo una riunione con tutti gli autisti dei taxi collettivi: il vostro servizio ci ha resi più vulnerabili, ci avete risvegliato. Stiamo lavorando sotto stress perché ora conosciamo i nostri difetti e non stiamo dando un buon servizio alla città. Voglio scusarmi con l’utenza per i disagi che abbiamo causato in questo ventennio: purtroppo la necessità di sopravvivere ci spingeva a guadagnare il possibile per la sfiducia del domani. Però se ci fosse qualche autorità ad ascoltarci dovrebbe fare lo stesso nei confronti della città”.

Il sig. Di Donna riporta di aver chiesto un incontro con il primo cittadino Luigi Mennella seguendo l’iter procedurale del caso: “Circa 20 giorni fa ho chiesto un incontro, mi hanno chiesto di lasciare un contatto telefonico ma non sono stato più richiamato. La stessa cosa la facevano le precedenti amministrazioni. Però se vado ad insistere, sono un delinquente”.

“Anche noi crediamo, come voi avete detto, che possa convivere il servizio di taxi collettivi con quello degli autobus fornendo un servizio migliore ai cittadini. Ci credono anche gli autisti più giovani (indicando Davide Garofalo, presente anch’egli in studio, tra i più giovani conducenti). Purtroppo ci sono alcuni che non ci credono: con quest’inchiesta si sono visti in una tempesta. Io penso che le tempeste passano: agitarsi peggiora solo la situazione. Bisogna aspettare il salvagente. Per questo dobbiamo ringraziarvi perché eravamo talmente nella negatività da non accorgerci nemmeno delle lamentele”.

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