È precario e ha il tumore, l’azienda lo assume e paga lo stipendio intero: “Pensa a curarti”

Giuseppe Cannavale


La bella storia di Giuseppe Cannavale, ragazzo di 25 anni che vive in Friuli-Venezia Giulia ma con i genitori originari di Salerno, che temeva di perdere il lavoro a causa della sua malattia: la sua azienda, con cui aveva un semplice contratto interinale, lo ha aspettato pagandogli lo stipendio pieno ed è tornato al suo posto.

Si ammala ma è precario: l’azienda lo aspetta e gli paga lo stipendio pieno

“Ho trascorso 14 mesi da incubo, in ansia, ma adesso che sono guarito voglio dare un messaggio ai miei coetanei: esistono realtà fantastiche che guardano oltre il profitto che un individuo possa generare. Malgrado queste compagnie siano molto grandi, non sei un numero, ma sei una persona da mettere al centro della politica aziendale”. Questo il messaggio di Giuseppe, che ha raccontato la sua storia al quotidiano La Stampa.

La diagnosi: linfoma di Hodgkin

Giuseppe Cannavale lavorava da pochi mesi presso L&S Italia Spa a Brugnera, in provincia di Pordenone, quando ha scoperto un bozzo sulla clavicola, che si è rivelato essere un linfoma di Hodgkin. Appena assunto con un contratto di apprendistato interinale, Giuseppe ha dovuto affrontare la dura realtà della malattia e il timore che, oltre alla sua salute, potesse mettere a rischio anche il suo posto di lavoro. In quei giorni difficili, senza esperienze pregresse in merito a situazioni simili, temeva che la sua collaborazione con l’azienda potesse terminare e che, oltre alla malattia, avrebbe dovuto affrontare anche il rischio di non avere più un reddito.

Nei primi sei mesi dopo la diagnosi, la sua malattia è stata coperta dall’INPS, che gli garantiva l’80% della retribuzione. Durante quel periodo, il tumore è progredito rapidamente, passando dallo stadio 2 allo stadio 4, e Giuseppe ha dovuto affrontare sei cicli di chemioterapia, con effetti collaterali debilitanti, tra cui perdita di capelli, dimagrimento, confusione, depressione e gastrite acuta, che lo hanno costretto a frequenti ricoveri in pronto soccorso.

La decisione inaspettata dell’azienda

Quando il periodo di malattia coperto dalla mutua è scaduto, Giuseppe temeva che l’azienda potesse decidere di interrompere il suo contratto. Ma, al contrario, ha deciso di sostenerlo in modo inaspettato. Non solo gli è stato confermato il posto di lavoro, ma gli è stato garantito il pagamento dello stipendio pieno fino al completo recupero: lo avrebbero aspettato, lui doveva solo concentrarsi sulla sua salute.

Successivamente ha ricevuto la notizia che il tumore era in fase di regressione completa. Sebbene dovrà monitorare il rischio di recidive per i prossimi due anni, le probabilità di ritorno del linfoma si azzerano dopo cinque anni. Ora che sta lentamente recuperando, Giuseppe ha deciso di tornare al lavoro, ma inizierà con un part-time, poiché è ancora debilitato dalla malattia e deve percorrere circa settanta chilometri al giorno per arrivare in ufficio.


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