Napoli, chiude un’altra libreria nel centro antico. Nel frattempo proliferano i negozietti di calamite

A&M Bookstore Napoli


A Napoli chiude un’altra libreria, l’ennesimo presidio di cultura e sapere. Il prossimo 25 marzo via Duomo e il centro antico della città, una città d’arte che attira milioni di turisti intenti a visitare le sue bellezze ma che al tempo stesso è intensamente vissuta dai cittadini locali, perderanno un’attività che per sei anni è stata portata avanti da due giovani, figli di Napoli, che però non possono più tenere la saracinesca alzata: troppi i debiti e l’esigenza di assicurare un futuro tranquillo al loro, di figlio.

Chiude un’altra libreria nel centro antico di Napoli

L’annuncio è giunto sui social: “Con il cuore spezzato lo annunciamo, quello che non avremmo mai voluto fare adesso va fatto: A&M Bookstore termina il suo viaggio e lo fa definitivamente il 25 marzo 2025. Ci abbiamo provato, ci avete provato anche voi, ma non è bastato purtroppo. È lunga da spiegare il perché ma la sintesi è che la cultura non è sostenuta, come le persone coraggiose e capaci. Per sei anni abbiamo resistito. Ora non ci sono più i presupposti… in realtà non ci sono mai stati ma abbiamo resistito lo stesso”.

Nonostante gli sforzi ed i tentativi di ampliare le attività, le offerte, gli eventi è divenuto impossibile tenere in piedi qualcosa che non ha più delle solide basi: “Adesso abbiamo terminato le risorse e desideriamo avere il sonno più leggero e assicurare un futuro sereno a nostro figlio. Napoli perde altri due suoi figli che hanno investito e scommesso nella città, che si sono inventati, reinventati e perfino indebitati più volte pur di non lasciarla. E perde due giovani imprenditori con tanta voglia di fare e lavorare, di crescere e realizzarsi. Napoli perde l’ennesima libreria, punto di ritrovo e aggregazione, presidio culturale amato da residenti e no… e la perde nel pieno centro storico”.

“A&M Bookstore non era solo una libreria, ma la casa di Anna e Andrea e il piccolo Alessio aperta a coloro che la frequentavano. Un posto in cui raccontare e raccontarsi, creare confronti, incontri, storie, amicizie. Andava sostenuta da tutti, non solo dai lettori. Credeteci… non è stata una scelta facile. Ci perdiamo molto, tanto…”.

Proliferano i negozietti di gadget di plastica

Fino al giorno della chiusura la libreria ha proclamato il Fuori Tutto, per vendere quanto più possibile e recuperare denaro per coprire i debiti. Se un luogo di cultura chiude, basta fare una passeggiata attraverso i vicoli della Neapolis dei decumani per constatare un’insolita proliferazione di negozi che vengono gadget a poco prezzo: calamite in plastica a 1 euro o poco più, portachiavi fabbricati in Cina ed oggettistica simile che nulla ha a che fare con l’artigianato di cui i napoletani sono maestri da secoli. Ed ai quali si fa concorrenza (sleale? Lo chiediamo alle autorità che vigilano). Si pensi ai presepi ed ai pastori di plastica venduti a pochi metri da San Gregorio Armeno, ad esempio.

In una città dove l’amministrazione è intervenuta per arginare la proliferazione di locali, pizzerie, friggitorie e simili, ci domandiamo quali azioni e che tipo di controlli abbian previsto e metta in atto per tutelare le attività storiche, visto che ad oggi non se ne vedono gli effetti.


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