Il “vero” albo d’oro della Serie A dall’introduzione del girone unico: spariscono Genoa e Pro Vercelli

Vero Albo d'Oro della Serie A - Zero scudetti a Pro Vercelli e Genoa


La Pro Vercelli ha vinto 7 Scudetti. È lo sfottò che tanti tifosi delle squadre strisciate – Juventus, Inter e Milan – riservano in particolar modo a quelli del Napoli per sottolineare una bacheca, quella partenopea, poco affollata di coppe e trofei rispetto alla loro. Le prese in giro, precisiamolo sin da subito, sono il sale del calcio e dello sport in generale, sempre ammesso che tali restino. Invece qualcuno fa davvero, ci crede davvero, ed allora è bene sottolineare qualche aspetto fondamentale che riguarda l’albo d’oro del campionato italiano di calcio.

La Serie A è nata nel 1929/30

Innanzitutto, il titolo di “Campione d’Italia” nel senso più aderente alla realtà ha motivo di esistere soltanto a partire dalla stagione 1929/30, ossia con l’istituzione del girone unico. Fu allora che la Serie A acquisì un respiro veramente nazionale: in precedenza le competizioni calcistiche, infatti, prevedeva esclusivamente la partecipazione delle squadre del Nord. All’inizio il Campionato Italiano di Football si disputava in una sola giornata. Il primo titolo fu assegnato l’8 maggio 1898 con un torneo al quale parteciparono Genoa, Torinese, Internazionale Torino e Ginnastica Torino. In tutto 3 partite ed a prevalere fu il Grifone.

La Carta di Viareggio e l’inclusione forzata delle squadre del Sud

Era il 1926 quando con la Carta di Viareggio fu data la possibilità, alle squadre che non facessero parte delle regioni settentrionali, di competere a livello nazionale. Precedentemente ad esse era preclusa la partecipazione ai tornei, di stampo dilettantistico, dominati dalle formazioni facenti parte del triangolo industriale: non solo Juventus, Milan e Inter, ma soprattutto Genoa e Pro Vercelli che hanno dominato la scena in quei decenni e hanno vinto tutti gli “Scudetti” presenti nelle loro bacheche.

Fino al 1915 il titolo fu assegnato alla vincitrice del Girone del Nord. Da allora in poi la FIGC, per dotarlo di una vera aspirazione di nazionalità, stabilì che la vincitrice della Finale del Nord dovesse giocare la “finalissima” contro la squadra vincitrice delle semifinali del Sud. Un appuntamento pressoché superfluo, anche nella forma per certi versi: se le squadre settentrionali erano effettivamente e generalmente molto più forti, è pur vero che nel 1915 lo Scudetto fu assegnato al Genoa senza che venisse giocata la finalissima contro la squadra del Centro-Sud, vista l’interruzione delle partite a causa della guerra. Ma il pallone è rotondo e, chissà, il verdetto sarebbe potuto essere diverso.

L’esempio inglese

Quando si giocò il primo, vero, campionato di calcio italiano era dunque la stagione 1929/30. Anche in quel caso gli italiani si ispirarono agli inglesi: basti pensare la prima versione del campionato inglese fu la Football League, con la prima annata svoltasi nel 1888-1889 con 12 partecipanti e svoltasi nell’arco di 7 mesi e mezzo. Dal 1892-93 la Football League cambiò denominazione in First Division, rimasta la massima divisione del campionato inglese fino al 1991-92, quando fu creata la Premier League e la First Division divenne l’equivalente della Serie B italiana.

In Italia invece fu il regime fascista ad imporre un respiro realmente nazionale, sancendo anche il passaggio da una concezione dilettantistica a quella professionistica. Tenendo conto delle differenze di forza e organizzazione tra le squadre lungo la penisola, 17 posti furono riservati a quelle del Nord, 3 alle formazioni del Centro Sud.

Gli sviluppi storici ci dicono in maniera incontrovertibile, perciò, che la competizione debba considerarsi davvero nazionale a partire dal momento in cui fu introdotto il girone unico. Sarebbe giusto pure considerare l’albo d’oro dalla stessa stagione 1929/30, la prima della Serie A, ma così non è stato. Se considerassimo esclusivamente i titoli conquistati dalla nascita dell’attuale massima serie non figurerebbero nell’albo d’oro Genoa e Pro Vercelli, che non hanno mai primeggiato se non quando il calcio era qualcosa di praticamente amatoriale.

A guidare l’albo d’oro sarebbe ancora la Juventus, con 34 titoli invece di 36. Al secondo posto l’Inter con 18 al posto di 20, poi il Milan con 16 e non 19. Al Torino bisognerebbe togliere un titolo (6) e due al Bologna (5). Infine Casale e Novese che vedrebbero venire meno un titolo ciascuno, l’unico per entrambi nella propria storia.

Juventus 36 Inter 18 Milan 16 Torino 6 Bologna 5 Napoli 4 Roma 3 Fiorentina 2 Lazio 2 Cagliari 1 Sampdoria 1 Verona 1


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