La follia di Netanyahu e Israele può condurci alla guerra nucleare

Benjamin Netanyahu - Il primo ministro di Israele spinge il mondo alla guerra nucleare


Il Medio Oriente continua ad essere tormentato dalla guerra, con Israele deciso a imporre la propria supremazia con le bombe e le uccisioni anche – e soprattutto – di donne e bambini. Sono passati sei giorni da quando Netanyahu ha ordinato di attaccare l’Iran, con il pretesto di voler impedire la costruzione di un’arma nucleare. L’Iran ha sempre sostenuto di non voler costruire bombe atomiche e, di fatto, né Israele né l’Occidente hanno prove. Un po’ come quando gli USA decisero di attaccare l’Iraq.

Nel frattempo, riporta Al Jazeera, Israele in sei giorni ha ucciso 240 persone in Iran di cui la metà donne e bambini. Le bombe infatti vengono fatte cadere sui centri abitati per far aumentare il numero di vittime e dare l’impressione di essere forti. A Gaza, invece, nella sola giornata di ieri ha ucciso 89 palestinesi di cui 70 in fila per la distribuzione del cibo.

L’Iran è molto più forte militarmente di Israele

Un comportamento spaventosamente atroce, pericoloso, disumano. Non a caso Netanyahu è stato giudicato criminale di guerra dalla Corte Internazionale di Giustizia emettendo un ordine di arresto nei suoi confronti.

L’attacco nei confronti dell’Iran è cominciato quando la reputazione di Israele, nei paesi occidentali, è stata definitivamente compromessa. I crimini in atto in Palestina, il genocidio a Gaza, sono azioni che in tutto il mondo sono state condannate e hanno sollevato ondate di sdegno e proteste. I popoli chiedono ai governi di isolare Israele, sanzionarlo per costringerlo a tornare sui suoi passi. Nazioni come Spagna, Francia e Regno Unito (e non solo, ma purtroppo non vi è l’Italia in questo elenco) si sono espresse in maniera netta contro i crimini ordinati dal governo di Tel Aviv.

Netanyahu ha deciso in tal modo di giocare un’altra carta: attaccare l’Iran per scatenare la reazione dei persiani e continuare ad avere il supporto dell’Europa e soprattutto degli Stati Uniti. Trump, dopo aver negato ogni coinvolgimento, ha incrementato l’invio di armi e mezzi di guerra ed ha annunciato che gli USA potrebbero entrare direttamente in guerra.

Il pericolo di una guerra nucleare

Il professor Alessandro Orsini, docente di Sociologia del Terrorismo alla LUISS di Roma ed esperto di conflitti internazionali, ha messo in luce tale ricostruzione. Sui social ha scritto: “Israele è disperato e chiede aiuto a Trump che invia con la massima urgenza una seconda portaerei. Israele è uno Stato ridicolo a petto dell’Iran. In uno scontro uno contro uno, l’Iran schiaccerebbe Israele con un pugno, come emerge chiaramente dal bombardamento in corso dove Israele profonde il massimo sforzo e l’Iran il minimo”.

Secondo il professore, l’Iran attacca con il freno a mano tirato: “Se l’Iran devastasse Israele, cosa che può tranquillamente fare, Trump – lo ha già detto – entrerebbe in guerra con L’Iran. Un’altra ragione è perché Netanyahu potrebbe ricorrere alle armi nucleari. Di contro Israele sta impiegando, contro l’Iran, il massimo della sua potenza militare. Israele il massimo sforzo, l’Iran il minimo”.

Orsini pone l’accento sulla possibilità di una guerra atomica: “L’Iran non può vincere questa guerra perché Israele ha le testate nucleari. Il fatto che Trump minacci di entrare in guerra direttamente è una buona notizia perché vuol dire che c’è ancora un’opzione prima dell’attacco nucleare. Resta il fatto che Israele è debolissimo rispetto all’Iran e questo accresce il rischio bomba atomica (speriamo mai). Questa guerra, pur avendo molte cause, è radicata nel genocidio del popolo palestinese così come la guerra in Ucraina, pur avendo molte cause, ha il suo epicentro causale nella penetrazione della Nato in quel Paese martoriato. Resta un altro fatto: le democrazie occidentali sono, prevalentemente anche se non esclusivamente, organizzazioni criminali. Se non possiamo avere la pace, speriamo che Trump entri in guerra”.


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