Esplosione via Foria, il fratello della vittima: “Morto per coprire un turno non suo”
Giu 27, 2025 - Redazione Vesuviolive
Giovanni Scala morto nell'esplosione a Napoli
«Gianni è morto durante un turno che non avrebbe nemmeno dovuto fare». Con voce rotta dal dolore, Luciano Scala racconta a Il Mattino la tragedia che ha colpito la sua famiglia.
Suo fratello Giovanni, 57 anni, ha perso la vita mercoledì pomeriggio nell’esplosione avvenuta in un edificio di via Peppino De Filippo, strada adiacente a via Foria.
La notizia ha sconvolto l’intero quartiere, dove l’uomo era conosciuto e stimato. Lascia una moglie e tre figli. In segno di solidarietà, il Comitato Lenzuola Bianche – insieme al consigliere municipale Armando Simeone – ha attivato una raccolta fondi per sostenere la famiglia, in attesa che le indagini della magistratura facciano piena luce sulle responsabilità.
“Quel giorno non era nemmeno in turno”
«Gianni lavorava da cinque anni in un laboratorio che si occupa della pulizia e preparazione di cozze e polipi proprio in via De Filippo», spiega Luciano. «Quel giorno non doveva lavorare. Aveva appena fatto un’infiltrazione al braccio per l’artrite e avrebbe preferito riposare. Ma quando gli hanno chiesto di sostituire un collega assente, ha accettato senza esitare. Era fatto così: un grande lavoratore, sempre disponibile. È uscito di casa alle cinque del pomeriggio… e non è più tornato».
“Ho sperato fino all’ultimo”
La notizia dell’esplosione è arrivata a Luciano poco dopo le 19:30 tramite una telefonata da un amico. «Mi disse che c’era stata un’esplosione e che Gianni era sotto le macerie. Sono corso subito lì. Quando sono arrivato, l’area era già stata transennata per i soccorsi.
Ho chiesto a polizia, vigili, carabinieri, ma nessuno mi dava risposte chiare. Ho sperato fino all’ultimo che lo tirassero fuori vivo. Poi l’hanno trasportato all’Ospedale del Mare… ed è lì che ho capito che mio fratello non c’era più».
“Un uomo buono, lavorava per tutti noi”
Luciano lo ricorda come un uomo semplice, generoso, innamorato della sua famiglia. «Ci sentivamo ogni giorno. L’ultima volta l’ho visto il 24 giugno, per il suo onomastico.
Abbiamo preso una pizzetta insieme, come facevamo da ragazzi. Gianni era il sostegno economico di tutti noi. Aveva iniziato a lavorare a 14 anni come elettrauto, poi ha fatto il commerciante, ha cambiato mestieri fino a trovare posto in quel laboratorio. Non si è mai tirato indietro davanti alle difficoltà».
Il corpo di Giovanni Scala è al momento sotto sequestro, in attesa dell’autopsia disposta dalla Procura. La famiglia potrà riabbracciarlo solo nei prossimi giorni.
Le cause dell’esplosione ancora da chiarire
Sull’origine della deflagrazione non ci sono ancora certezze. «Non ci hanno detto nulla di ufficiale», ammette Luciano. «Temiamo ci siano state delle perdite di gas nel locale, ma aspettiamo l’esito delle indagini per sapere la verità. Speriamo solo che si faccia luce al più presto, per Gianni e per tutti noi».
Un pensiero va anche all’altra persona coinvolta nell’esplosione, una donna attualmente ricoverata in gravi condizioni all’Ospedale del Mare. «Preghiamo anche per lei e per la sua famiglia. Sappiamo che la situazione è critica, ma ci auguriamo possa farcela».
Come aiutare la famiglia di Gianni
Il Comitato Lenzuola Bianche ha attivato una raccolta fondi per sostenere la famiglia Scala, specificando come causale: “contributo del comitato lenzuola bianche”.
IBAN: IT33S0538703458000003694419.
Una comunità intera si stringe attorno al dolore di una famiglia distrutta, nella speranza che presto arrivino risposte e giustizia.
