Una giornata di libertà e speranza: detenuti di Secondigliano in gita al mare a Maiori


Un’esperienza di rinascita, intensa come il profumo del mare. A Maiori, nel cuore della Costiera Amalfitana, alcuni detenuti dell’articolazione psichiatrica del carcere di Secondigliano hanno vissuto una giornata fuori dal carcere, immersi nel sole, nella brezza marina e nella condivisione semplice di un pranzo.

Accompagnati dal Garante campano delle persone private della libertà, Samuele Ciambriello, da operatori penitenziari, volontari e dal personale sanitario e psichiatrico che li segue ogni giorno, i detenuti hanno potuto riassaporare la libertà, almeno per un giorno. Presenti all’iniziativa anche la psichiatra Concetta Perrotta, l’educatore Gaetano Giannini e due infermieri.

Un momento toccante per molti di loro, come racconta Latif: «Sono emozionato, è la prima volta che rivedo il mare dopo dieci anni. È come respirare di nuovo. Non si tratta solo di libertà fisica, ma anche mentale, umana». Per Latif, come per altri, questa è stata la prima occasione di uscita dopo lunghi anni di detenzione in diverse strutture.

La giornata si è svolta in un clima sereno: dopo un bagno nel mare di Maiori, il gruppo ha pranzato insieme gustando specialità locali – antipasti di mare, scialatielli alla siciliana, frittura di pesce – concludendo con gelato e torta caprese per festeggiare il compleanno di Gennaro, uno dei partecipanti.

Anche Salvatore ha condiviso la sua emozione: «Non vedevo il mare da otto anni. È stato bellissimo, un’esperienza che mi ha toccato profondamente».

Il Garante Ciambriello ha voluto ringraziare i magistrati di sorveglianza per aver autorizzato questa uscita: «Ai detenuti non va tolta l’aria. Va invece offerta una possibilità che unisca dignità, inclusione, relazioni umane e affettive. Occasioni come questa aiutano a fare memoria, a ricostruire valori e a coltivare la speranza di un reinserimento sociale, in un contesto dove, purtroppo, la società resta spesso indifferente al mondo del carcere».

Fondamentale il supporto dell’Associazione “La Mansarda”, con le volontarie Marika M., Candida N. e Annunziata A., che da oltre dieci anni operano con dedizione all’interno dell’articolazione psichiatrica del carcere di Secondigliano.

Un giorno speciale che ha saputo trasformarsi in un messaggio potente: anche chi è “diversamente libero” può e deve avere diritto a un momento di umanità.


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