Morta a 41 anni dopo ore di agonia in barella, l’autopsia: “Cristina poteva essere salvata”
Set 15, 2025 - Veronica Ronza
Cristina Pagliarulo, la mamma di Giffoni morta
Sono 7 i medici indagati per la scomparsa di Cristina Pagliarulo, la donna di Giffoni Valle Piana morta all’età di 41 anni all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno dopo una lunga agonia. La relazione finale dell’autopsia, diffusa dalla trasmissione Fuori dal Coro, attesta che la donna, se assistita in tempo, poteva essere salvata.
Cristina Pagliarulo morta in ospedale: “Poteva essere salvata”
Un calvario, quello di Cristina, che nonostante un’ischemia intestinale in atto accertata dalla tac addominale – effettuata soltanto dopo 10 ore dal suo accesso al pronto soccorso – è stata abbandonata, agonizzante, in barella. Strazianti le richieste di aiuto della donna, registrate dalle telecamere di Fuori dal Coro che quel giorno si trovavano lì per lanciare un servizio di denuncia sull’inefficienza dei soccorsi.
Cristina urlava “aiutatemi” ma la dottoressa che continuava ad implorare aveva addirittura richiesto l’intervento del reparto psichiatrico, liquidando infastidita la paziente. Nonostante i risultati della Tac chiarissimi, nessuno dei medici si era reso conto della gravità della situazione, intervenendo soltanto quando ormai non c’era più nulla da fare, lasciando morire la 41enne.
In esclusiva, Fuori dal Coro, ha mostrato in diretta la relazione finale dell’autopsia fatta sul corpo di Cristina dove si legge: “Se la paziente fosse stata operata entro le 6 ore dall’insorgenza dei sintomi si sarebbe evitata l’ischemia intestinale e, di conseguenza, la diffusa necrosi. Il ritardo nel trattamento chirurgico è stato tale da superare il margine di errore accettabile configurando una condotta chiaramente colposa”.
Per i legali di famiglia, le responsabilità mediche sono evidenti: Cristina poteva essere salvata. Ma è stata abbandonata in barella, nonostante l’esito di una tac che suggeriva un intervento tempestivo, liquidata con indifferenza e terapie inutili, scambiando un’ischemia intestinale con dei semplici calcoli alla colecisti.
