Microsoft toglie Azure a Israele: la usava per spiare milioni di Palestinesi e organizzare gli attacchi
Set 26, 2025 - Redazione Vesuviolive
Microsoft
Microsoft ha sospeso l’accesso alla sua piattaforma cloud Azure per l’Unità 8200, il reparto di cyberintelligence dell’esercito israeliano. La misura arriva dopo le rivelazioni del Guardian, secondo cui il servizio veniva usato per archiviare e analizzare milioni di comunicazioni di civili palestinesi, in violazione dei termini di utilizzo.
L’indagine ha documentato come circa 8.000 terabyte di dati intercettati fossero conservati in data center olandesi di Microsoft, alimentando un sistema basato su intelligenza artificiale per mappare spostamenti e organizzare attacchi aerei. A spingere verso la sospensione hanno contribuito anche le proteste dei dipendenti riuniti nel movimento No Azure for Apartheid.
L’apparato di sorveglianza
L’Unità 8200 è il cuore tecnologico dell’intelligence israeliana, specializzata in crittografia, hacking e raccolta dati, con capacità paragonabili alla NSA statunitense. Secondo l’inchiesta, il progetto su Azure era nato nel 2021 dopo un incontro tra l’ad Satya Nadella e l’allora comandante Yossi Sariel, che aveva ottenuto un’infrastruttura dedicata all’interno del cloud di Microsoft.
Il sistema permetteva intercettazioni di massa tramite stazioni di ascolto, torri cellulari compromesse e tecniche avanzate di hacking, con analisi automatizzate dei dati per individuare obiettivi.
La revisione interna e le pressioni
Microsoft inizialmente aveva negato irregolarità, ma dopo le nuove rivelazioni del Guardian e la mobilitazione dei dipendenti ha avviato una seconda indagine indipendente, confermando parte delle accuse. Brad Smith, vicepresidente dell’azienda, ha ribadito che Microsoft “non fornisce tecnologie per la sorveglianza di massa dei civili”.
La sospensione riguarda solo i servizi usati dall’Unità 8200, mentre restano attivi altri strumenti cloud e software a disposizione delle forze armate israeliane.
Le prospettive future
Secondo alcune fonti, Israele starebbe già valutando di trasferire i dati su Amazon Web Services, anche se la notizia non ha trovato conferme ufficiali. Intanto, il caso ha segnato un precedente: è la prima volta che una grande azienda tecnologica occidentale interrompe un servizio di questo tipo all’esercito israeliano dall’inizio della guerra a Gaza.
