562 immigrati sbarcano in Campania: tra di loro malati e donne incinte


Sono sbarcati ieri sulle coste campane e a bordo della nave della Marina Militare, “Comandante Foscari”, 562 immigrati, tra cui 75 minorenni – si aggira a 20 il numero di coloro che non hanno ancora 10 anni -, 5 donne in stato di gravidanza e, dato oltremodo interessante, oltre 200 messi nel vano motore in condizioni precarie. Il barcone, infatti, sembra avesse la capacità di trasportare un massimo soltanto di 300 persone.

Nigeria, Siria, Costa d’Avorio, Bangladesh e Palestina sono alcuni dei paesi di provenienza dei 600 profughi soccorsi nel Mediterraneo, a circa 80 miglia a Sud di Lampedusa, dei quali solo una centinaia resteranno nelle strutture d’accoglienza della Campania, mentre gli altri si spera riusciranno a trovare alloggio in altre regioni d’Italia, come Piemonte, Abruzzo e Trentino – Alto Adige. In tal senso, ritornano emblematiche le parole del prefetto Gerarda Maria Pantalone: La macchina dell’emergenza si è messa subito in moto, se non ci saranno imprevisti saremo in grado di gestire al meglio anche questi nuovi arrivi”.

Va, però, anche detto che si sono registrati tra i profughi, secondo il sindacato di Polizia Siulp, casi di scabbia e altre eventuali malattie infettive, e che, stando al parere del segretario regionale del Siulp, Vincenzo Annunziata, ci sono state irregolarità nelle misure di protezione, le quali si sono, appunto, mostrate del tutto insufficienti. Il che pare sia da ascrivere al fatto che “Mentre gli uomini della Marina militare sono protetti da tute isolanti, i poliziotti sono a rischio contagio”.

Intanto, al fine di perseguire un’equa distribuzione in Europa degli immigrati, il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, continua a dirsi favorevole alla condivisione della linea del Ministero dell’Interno, cioè quella di rafforzare ulteriormente l’attività negoziale per riuscire a smistare a meglio i migranti in tutti i paesi dell’Unione Europea, contando, più che puntando, sull’aiuto durante l’emergenza delle regioni italiane. Si vuole, del resto, che l’Italia mostri impegno etico e morale nel seppellire gli sfortunati arrivati morti e nell’accogliere chi arriva vivo, perché bisogna essere a favore della vita e della salvaguardia della stessa senza se e senza ma.


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