Napoli soffre, mancano lavoro e benessere economico: è tra le città più svantaggiate


L’Istat ha pubblicato l’aggiornamento del sistema di indicatori del benessere equo e sostenibile dei territori, riferiti alle principali città italiane, fornendo un drammatico quadro sui livelli di occupazione e dei redditi percepiti nella città di Napoli, che risulta tra le più svantaggiate da questo punto di vista.

Istat, occupazione e redditi: Napoli tra le città più svantaggiate

“La penalizzazione del Mezzogiorno e il dualismo Nord-Sud restano chiavi di lettura appropriate per molte e importanti componenti. Nei domini Salute, Istruzione, Lavoro e Benessere Economico le distanze restano marcate e si accentuano in particolare per la speranza di vita e il reddito dei lavoratori dipendenti” – si legge nel rapporto.

Per quanto riguarda il fronte del lavoro, nel 2021, le prime quattro province italiane con tassi di occupazione più elevati sono: Bolzano (75,8%), Bologna (74,8%), Cuneo (74,7%), Trieste (74,5%) e Ravenna (74,4%). All’opposto, tutte le province della Calabria, e quasi tutte quelle di Sicilia, Puglia e Campania (ad eccezione di Ragusa, Bari e Avellino) si collocano nella coda della graduatoria nazionale.

Tra le province più penalizzate c’è Napoli (41%) insieme a Caltanissetta (40,8%), Crotone (41,2%) e Catania (42,5%). Nella città partenopea, e più in generale al Sud, il lavoro continua, infatti, a rappresentare uno dei problemi principali.

Una situazione che si riflette anche sul benessere economico dei cittadini. Se si prende in considerazione il reddito percepito dai dipendenti la differenza tra le aree del Paese è ancora più marcata: nessuna provincia del Centro o del Nord occupa la coda della distribuzione, in cui invece si concentrano tutte le province meridionali (tranne quelle abruzzesi).

Nel primo anno di crisi da covid il reddito si è ridotto quasi del 6% a livello nazionale ma il peggioramento ha riguardato soprattutto Trapani (-10,8%), Napoli (-10,4%) e Taranto (-10%). Al Centro emerge il trend negativo della provincia di Prato (-11,1%). Il divario Nord-Sud tende invece a sfumarsi per le categorie Relazioni Sociali, Qualità dei Servizi, Innovazione, ricerca e creatività.


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