Ciro Corona: creiamo una comunità alloggio per minori a Scampia


A Scampia esiste un progetto, e si chiama “Officina delle Culture”. Questo progetto consiste nella realizzazione di una comunità alloggio per minori a rischio e di un ristorante/pizzeria, in cui i ragazzi del quartiere potranno imparare un mestiere ed evitare dunque di frequentare l’ambiente malavitoso, che si traduce poi nell’affiliazione. Il suo ideatore è il presidente dell’associazione (R)esistenza Anticamorra, Ciro Corona, nome non nuovo a molti che leggono, ma perché tutto diventi concreto c’è bisogno dell’aiuto che tutti possono dare spendendo solo 30 secondi: sarà lo stesso Ciro a spiegare cosa fare.

Allora Ciro, a Napoli e specialmente nei quartieri di Scampia e Chiaiano sei una persona tutt’altro che sconosciuta, grazie soprattutto al tuo impegno con l’associazione (R)esistenza Anticamorra, di cui sei presidente. Nonostante questo, però, è difficile fare una tua presentazione che sia realmente efficace ai fini di far capire chi sei a chi ancora non ti conosce: vuoi presentarti da solo?

Sono nato, cresciuto e vivo a Scampia, conseguito il diploma professionale mi son laureato in filosofia alla Federico II di Napoli e conseguito un master per la “gestione, promozione e valorizzazione dei beni confiscati alle mafie”. Nel 2008 insieme ad amici costituiamo un’associazione di volontariato a Scampia, l’associazione (R)ESISTENZA, nel 2012 con l’affidamento del bene agricolo confiscato di Chiaiano, e dall’incontro dell’associazione con alcune espressioni dell’Area Nord di Napoli nasce la Cooperativa Sociale (R)ESISTENZA. Insieme cogestiscono il bene confiscato con la logica dell’agricoltura sociale, ovvero con la logica dell’inserimento lavorativo individualizzato in ambito agricolo delle classi svantaggiate, minori e adulti dell’area penale e minori delle case famiglia.

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Come hai fatto tu, nato e cresciuto a Scampia, a salvarti dalla camorra? Perché molti, invece, non ci sono riusciti?

In un quartiere di periferia dove il confine tra legalità e illegalità è troppo sottile, dove i margini di ciò che è lecito sono sempre più elastici e ampi, diventa di fondamentale importanza il ruolo della famiglia innanzitutto. Averne una alle spalle capace di metterti quotidianamente di fronte alla pericolosità della quotidianità, di insegnarti a discerne il “giusto” dall’ “ingiusto” vuol dire dare gli strumenti ai ragazzi di poter scegliere. Io ho avuto la fortuna di avere una famiglia alle spalle che mi ha dettato valori fondamentali, ho avuto la fortuna di incontrare nel mio percorso di vita le persone giuste al momento giusto. Ho avuto quindi la possibilità di scegliere un’alternativa, ciò che manca a molti giovani e adolescenti che abitano in zone “a rischio” e in contesti socio-economici-culturali depressi.

Hai mai pensato di lasciare Napoli? Dove hai trovato le motivazioni per restare?

Lasciare Napoli? E come si fa? L’amore viscerale per questa Città, per i suoi profumi, i suoi colori, la sua gente penso sia la motivazione fondamentale che spesso mi dà la forza per non lasciare la strada intrapresa. Questa Città è nostra, non è dei Di Lauro, non è degli Aprea, né dei Giuliano; questa Città è nostra e dobbiamo riscattarla, difenderla e viverla noi. L’appello di Eduardo, “Fuitevenne”, non appartiene più ai Napoletani e lo si sta dimostrando con i fatti negli ultimi anni.

La tua associazione ha un nuovo progetto, che è l’ “Officina delle Culture – Gelsomina Verde” di Scampia. L’intento è quello di creare nel Lotto P di Scampia, o “Case dei Puffi”, una comunità alloggio per minori a rischio. Per realizzarlo vi serve l’aiuto di tutti, ce ne parli?

L’idea di poter dare alternative concrete culturali, professionali e lavorative ci ha portato negli anni a considerare l’idea di riappropriarci di ciò che ci è stato strappato. Se gli irrecuperabili non esistono (come ci ha insegnato Don Aniello Manganiello) allora in quello che è conosciuto come quartiere della camorra gli ultimi dovevano cominciare a diventare testata d’angolo, partendo dal recupero di strutture abbandonate e vandalizzate del Quartiere. Dopo 5 anni di lotta con l’ex amministrazione di Napoli, siamo riusciti a farci affidare un ex istituto scolastico dismesso che la camorra aveva trasformato in “scuola del buco”, una scuola di 2000 mq che abbiamo ripulito e bonificato e nella quale vogliamo realizzare una comunità alloggio per minori e un ristorante/pizzeria sociale aperto al territorio dove far lavorare i ragazzi della comunità alloggio. Ora da Edison.it ci arriva la possibilità di ottenere un finanziamento di 100 mila euro per realizzare il progetto ma per ottenerlo c’è bisogno del consenso popolare, infatti solo i progetti più votati saranno valutati dalla commissione esaminatrice. Per tale motivo vi chiediamo di sostenere un progetto che possa dare, con corsi per pizzaioli, cuoco, cameriere e ristoratore, le vitali alternative per poter scegliere realmente che vita fare da grandi. Per chi vuole sostenerci spiego esattamente come fare: andate su questa pagina: http://www.edisonstart.it/, a destra troverete ”ACCEDI”, cliccando vi apparirà ”ACCEDI CON FACEBOOK” (è la cosa più sbrigativa), DOPO averlo fatto selezionare il progetto da QUESTO link http://www.edisonstart.it/idee/officina-delle-culture e date il vostro voto cliccando ”VOTA”. Grazie a tutti voi!


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