A Napoli la Mensa dei Poveri di San Gaetano Errico: “Dove si cucina per 50 possono mangiare 100”


Il Santo protettore di Secondigliano, Gaetano Errico, fondò nel 1833 i Missionari dei Sacri Cuori, un istituto religioso che fu riconosciuto da Papa Pio IX nel 1846. I Missionari dei Sacri Cuori continuano tutt’oggi ad essere un’istituzione nel quartiere, la cui figura di spicco è Padre Luigi Toscano. 

Il compito principale dei volontari è infondere la parola di Dio: aiutando il prossimo, portando amore e supporto sia nella città di Napoli che in giro per il mondo. Infatti da anni i Missionari aiutano le persone attraverso la Mensa dei Poveri situata accanto alla chiesa costruita dal Santo e alla sua casa.

Le Missionarie dei Sacri Cuori

La Mensa dei Poveri in questi anni ha subito delle modifiche specialmente per la situazione Covid-19. Prima si organizzavano lunghe tavolate in cui gli ospiti potevano pranzare insieme. Adesso invece si prepara il tutto e lo si mette nei sacchetti che poi verranno distribuiti a tutti i bisognosi.

La cucina è quella tipicamente napoletana, un primo con un secondo e poi acqua, latte e dei biscotti. Quello che rimane poi “farà felice qualcun altro” dice Padre Toscano. La maggior parte delle persone assistite sono uomini, “parecchi uomini separati”, specifica una delle volontarie.

Padre Toscano distribuisce i sacchetti

L’atmosfera di amore e di voglia di aiutare il prossimo è palpabile in ogni stanza. Le persone che attendono per il proprio sacchetto percepiscono l’impegno e il bene che si cela dietro quelle buste. Un semplice gesto che aiuta i bisognosi e permette anche di elevare un quartiere che non gode una una bella fama.

La cucina della Mensa dei Poveri

Padre Toscano “deve sempre distribuire lui i sacchetti, non lo lascia fare a nessuno”, specifica una delle missionarie e dopo una preghiera, alle 12:00 in punto, comincia a dare sacchetti a chiunque si presenti alla porta in cerca di aiuto. A cucinare, invece, si comincia dalle 10:00 di mattina, a fare magari il ragù napoletano ed un secondo: si tratta di cibo genuino e casereccio preparato da donne che, come vuole la nostra tradizione, ci mettono quel pizzico di amore in più. Ad aiutare sarà anche la famosa “pentola” di San Gaetano Errico. La storia narra che “dove si cucina per 50 possono mangiare anche 100” dice un’altra volontaria, poiché “‘o Superiore” fa il miracolo.

La “pentola” di San Gaetano Errico

Nel cuore di Secondigliano c’è chi fa del bene, c’è chi crede ancora in ciò che è giusto e chi vuole migliorasi e migliorare e lo fa ogni giorno aiutando il prossimo e portando sostegno laddove spesso aiuto e amore sembrano mancare. Tutto ciò, bisogna sottolineare, animato dallo spirito del Santo che credeva soprattutto nell’aiutare il prossimo e diffondere solo amore.


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