Le donne che hanno rivoluzionato Napoli, da Maria Lorenza Longo a Sophia Loren


Le donne, da sempre, hanno avuto un ruolo importante nella storia del capoluogo campano, tra vicende politiche e imprese rivoluzionarie. Donne che hanno cambiato in meglio Napoli, lottando con ogni mezzo per ciò che amavano, arrivando anche a morire, lasciando un impronta che sarà ricordata per sempre. Quale momento migliore, se non l’8 marzo, per raccontare la storia delle più grandi donne napoletane.

Maria Lorenza Longo

Maria Lorenza Longo è nota per essere la prima donna che fondò un ospedale a Napoli, nel 1522: L’Ospedale degli Incurabili. Nata a Lleida nel 1463, Maria seguì suo marito a Napoli, che, però, poco dopo morì, lasciandola vedova e con figli a carico. L’avvelenamento di una serva causò un’artrite reumatoide alla donna, che, essendo molto religiosa,  si recò in pellegrinaggio al santuario della Santa Casa di Loreto, ad Ancona, promettendo di creare un ospedale, se fosse guarita. Recuperando presto la salute, per grazia ricevuta, Maria entrò a far parte del Terz’ordine di San Francesco. In seguito, tornò a Napoli, ma come governante di Maria de Cardona, contessa di Avellino e conobbe, nel capoluogo partenopeo, persone potenti che l’aiutarono a costruire il suo sogno: l’Ospedale degli Incurabili, che offriva servizi per tutti i tipi di malati. Per “Incurabili”, Maria indicava le persone che non avevano nessuna opportunità di provvedere alle proprie cure mediche in casa. Oggi, l’ospedale è ancora attivo e si trova nei pressi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Eleonora Pimentel Fonseca

Eleonora Pimentel Fonseca, era di origini portoghesi, ma nacque a Roma il 13 gennaio 1752, passando la sua vita a Napoli. Giornalista, politica e grande rivoluzionaria, ricordata per il suo coinvolgimento nelle rivolte per la creazione della Repubblica Napoletana, negli anni tra il 1792 e 1798. Bella, intelligente, amante del sapere, Eleonora riuscì, altresì, ad attirare l’attenzione di Voltaire. Il drammaturgo le dedicò, infatti, un sonetto: “Beau rossignol de la belle Italie”. Organizzatrice di incontri segreti, volti a parlare del Moniteur Universel, quotidiano di carattere politico, di carattere propagandistico. Inoltre, Eleonora ospitò Annibale Giordano nella sua dimora, discutibile rivoluzionario italiano che la tradì, denunciandola alla polizia borbonica. Nell’abitazione della giornalista furono trovate delle copie dell’Encyclopedie, vasta enciclopedia in lingua francese. Nella suddetta opera, infatti, venivano ripresi valori dell’illuminismo, che potevano incidere, quindi, sul pensiero della gente di quel tempo. Arrestata e rilasciata nel 1799, aiutò i francesi ad entrare a Napoli e cooperò con  i napoletani per occupare Castel Sant’Elmo. Non solo, rivoluzionaria, ma anche scrittrice. Eleonora sarà ricordata dalla storia per aver scritto un inno alla libertà per la Repubblica Partenopea, sempre, nel 1799. Divenuta, nello stesso periodo, direttrice del giornale Monitore Napoletano, nei suoi articoli voleva diffondere lo spirito repubblicano, democratico, perso con i Borboni. Ma, i reali riuscirono a rovesciare la Repubblica nel giugno del 1799 e a restaurare la Monarchia. L’inimicizia tra i Borboni ed Eleonora portò alla condanna a morte di quest’ultima. La donna, allora quarantasettenne, venne impiccata il 20 agosto 1799, in Piazza Mercato.

Matilde Serao

Giornalista e scrittrice, Matilde Serao nacque a Patrasso, in Grecia, il 14 marzo 1856. Con la fine della dinastia borbonica, Matilde, insieme alla sua famiglia, ritorna a Napoli. Già in tenera età, questa donna, dimostra la sua bravura nell’arte della scrittura. Matilde, infatti, fu la prima donna fondatrice e direttrice di un giornale, insieme al suo primo marito Edoardo Scarfoglio. I due coniugi istituirono Il Mattino. Il suo talento fu riconosciuto anche da Gabriele D’Annunzio, che collaborò al giornale, insieme a Giosuè Carducci e Francesco Saverio Nitti. Le doti di Matilde fecero del Mattino, il giornale più importante da mezzogiorno. Ma, il tradimento del marito, porta al divorzio e alla chiusura del quotidiano. Questo fallimento non ferma la nostra eroina che fondò, in seguito, il giornale “Il giorno”, questa volta, insieme al suo nuovo compagno Giuseppe Natale, avvocato e giornalista. Altresì, Matilde Serrao è autrice di romanzi e novelle. Il più famoso libro della Serrao è “Il Ventre di Napoli”. La giornalista ha sempre amato la città partenopea, scrivendo questo diario di viaggio, in cui dona al lettore la sua percezione della cultura e delle tradizioni napoletane. L’icona del giornalismo napoletano morì il 25 luglio 1927, facendo ciò che amava: scrivere.

Sophia Loren

Sofia Villani Scicolone, in arte Sophia Loren, è una delle più celebri attrici della storia del cinema. La diva, oggi ottantaquattrenne, è nata a Roma il 20 settembre 1934, passando la sua infanzia, fino ai 14 anni, a Pozzuoli. Come molte star, Sofia Loren ha cominciato dai concorsi di bellezza. La svolta nella sua vita è stata l’incontro del famoso produttore Carlo Ponti nel 1952. Una storia travagliata: i due vissero lontano dal bel paese, per attenuare gli scandali, dovuti al matrimonio di Conti. La Loren venne presto venerata dal mondo dello spettacolo, per le sue curve mediterranee, diventate, oggi, simbolo della sensualità mediterranea e per le sue grandi doti recitative. Infatti, il grande Vittorio De Sica, nel 1954, la scelse per il ruolo di pizzaiola nel film “L’Oro di Napoli”. Da lì, i successi per Sophia Loren furono tantissimi. Con il film “Orchidea Nera”, diretto da Martin Ritt, vinse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Il drammatico ruolo di Cesira nella pellicola “La Ciocara”, del 1960, le conferì, poi, l’Oscar. Il premio ambito, vinto a 28 anni, è il primo dato ad un’attrice di un film non in lingua inglese. La talentuosa bravura ha portato la star ha recitare fianco a fianco a Marcello Mastroianni, Richard Burton e, perfino, Marlon Brando. La sua veracità napoletana ha colpito tutto il mondo, facendola vincere, nel 1991, anche un Oscar alla carriera. Oggi, un idolo per le donne e un modello di bellezza sano da seguire, ancora, dopo anni.

Le storie raccontante sono di donne, che senza nessun compagno affianco, hanno fatto la storia di Napoli. Donne che hanno abbattuto gli stereotipi maschilisti del nostro tempo.“Date alle donne occasioni adeguate ed esse possono far tutto”, scrisse Oscar Wilde.


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