Addio al Premio Troisi. San Giorgio a Cremano dimentica così il suo più illustre figlio


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Scompare dalla città vesuviana la rassegna dedicata ad uno dei comici italiani indimenticati. Il consigliere provinciale Giorgio Carcatella: «Mancanza di progetto, errori nelle scelte culturali e una pessima organizzazione ne hanno decretato la fine».

Massimo Trosi viene ricordato a Morcone. San Giorgio a Cremano, la città natale del celebre attore morto nel 1994, dice addio a quella che doveva essere, nelle intenzioni dell’amministrazione politica locale, non solo un momento per non dimenticare Troisi ma anche e soprattutto un Osservatorio sulla Comicità.

Le cose, però, non sono andate a buon fine tant’è che ormai da diversi anni la kermesse ha mostrato i primi segni di cedimento: dall’azzeramento del Consiglio d’amministrazione alle polemiche senza fine sul costo dei biglietti utili per assistere agli spettacoli, la maggior parte dei quali regalati a parenti ed amici dei “soliti noti”. Per non parlare del buco di bilancio del Premio che si aggira intorno a diverse centinaia di migliaia di euro e del difficile momento dettato dalla crisi economica, elementi che hanno probabilmente spinto l’amministrazione retta dal sindaco Domenico Giorgiano a non celebrare il Premio, fermo ormai dal 2011. Il ricordo del buon Massimo, però, che quest’anno avrebbe dovuto compiere 60 anni, vive grazie al Troisi Festival, manifestazione che si svolgerà nel piccolo comune di Morcone, nel Sannio, fino al prossimo 30 agosto.

Le reazioni di cittadini e politici sangiorgesi non sono certo positive: piovono infatti le più dure ed aspre critiche nei confronti di un’amministrazione che «non ha saputo né voluto dare lustro al Premio». Non si discosta da questo sentire comune Giorgio Carcatella, consigliere provinciale, capogruppo di SEL, che commenta testuale: «Nel corso degli ultimi anni il Premio è diventato una squallida passerella che nulla aveva a vedere con il filone culturale che ne aveva animato le scelte in passato. La storia ci ricorda che è stato uno dei primi casi di baratto pseudo politico fatto dal Sindaco che, assicurando la gestione ad un fuoriuscito dai Comunisti Italiani, sacrificò la presenza nel governo della città di una forza politica, inaugurando la stagione del voltagabbanismo».

Della mancata manifestazione su Troisi a San Giorgio Carcatella sostiene che «quando una strategia politico-culturale risulta essere sbagliata bisognerebbe avere il coraggio di ammetterlo ed è quanto accaduto sulla fine ingloriosa del Premio. Mancanza di progetto, errori nelle scelte culturali e una pessima organizzazione ne hanno decretato la fine. Registrare che l’iniziativa del Premio è stata rilanciata a Morcone, nel solco della promozione della comicità, riscuotendo anche un notevole successo evidenzia il vuoto che diversamente a S. Giorgio è riuscito a produrre solo un disavanzo di spesa per oltre 200.000 euro, oggetto di osservazione d parte della Corte dei Conti».

«La scelta della famiglia Troisi, di collaborare con l’Amministrazione di Morcone ci dimostra che, intanto si è artista per riconoscimento diffuso e non per appartenenza ad un luogo e quindi, senza alcuna vena campanilistica, faccio i complimenti a chi ha saputo riprendere quel percorso culturale di cui ha tanto bisogno l’arte nel nostro paese. Ed infine il disimpegno, dei familiari di Massimo, da sempre nell’organizzazione a S. Giorgio, la dice lunga sul fatto che non ci sono mai state le condizioni per una corretta relazione tra la famiglia dell’artista e Amministrazione pubblica», precisa il consigliere provinciale che chiude il suo intervento sottolineando che «l’amministrazione comunale deve avere l’umiltà di ripartire per il futuro, riportando alla vocazione originaria il Premio, recuperando le intelligenze abbandonate nel corso degli anni, coinvolgendo di più tutti gli operatori dei diversi settori, la Comunità e dimostrare cosi, che il premio può diventare volano di sviluppo e di crescita culturale collettiva».

Autore: Rita Terracciano


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