L’elegante Maria Carolina e il “cafone” Re Nasone che mangiava con le mani

Ferdinando IV e Maria Carolina con i loro figli


Maria Carolina d’Asburgo, figlia di Maria Teresa d’Asburgo, andò in sposa a Ferdinando IV di Borbone, il “Re Nasone”, a sedici anni. Per l’aristocratica ragazza, cresciuta negli agi e nel lusso della corte austriaca, partire per sposare, su commissione, il re di Napoli fu un trauma enorme: Ferdinando, con tutta la sua corte, era un sovrano “sui generis”, rustico e ben lontano dal concetto di nobiltà che circolava in tutta Europa. Non a caso la prima impressione di Carolina sul marito, scritta dalla stessa in una lettera alla sua ex governante di Vienna, fu:Mio marito è ripugnante“.

Un preludio che riassume l’intero rapporto dei due regnanti. Come poteva essere altrimenti? Ferdinando, cresciuto fra gli scugnizzi napoletani, a stento capiva l’italiano forbito di Carolina, figuriamoci come potesse venire incontro ai suoi gusti raffinati. La regina cercò di far appassionare il re alle opere in scena al teatro San Carlo, ma, di pronta risposta, lui, annoiato, ordinava piatti di spaghetti e iniziava a mangiarli con le mani scatenando applausi e risate del pubblico. Addirittura, una sera che Carolina decise di intrattenere gli ospiti cantando al clavicembalo, Ferdinando pregò gli uomini di fargli compagnia mentre era seduto sul vaso ed intrattenne con loro una lunga conversazione mentre svolgeva i suoi bisogni.

Eppure, nonostante la diversità, i rapporti intimi fra i due erano più che intensi: la regina rimase incinta diciotto volte. Non che Carolina apprezzasse la maternità, anzi, odiava gli impedimenti fisici che quello stato le procurava e con disinvoltura affibbiava i figli a serve e nutrici una volta partoriti. Vero anche che solo pochi bambini sopravvissero al parto e alla prima infanzia, cosa che traumatizzò profondamente la donna. In una lettera al padre Carlo, Ferdinando, mostrò tutto il suo sconcerto per la reazione violenta della moglie alla scoperta di essere nuovamente incinta dopo soli tre mesi dall’ultimo parto: “Diventò una furia, mi saltò come un cane sopra e mi prese anco una mano in bocca per cui ne porto ancora i segni…a tavola fece ancora peggio, chiamando tutte le cameriste che sono zitelle, le quali altro non potevano vedere che lei gridava come un’aquila con termini anco niente decenti e io col capo calato stavo sentendo quei complimenti senza nemmeno aprire bocca”.

Maria Carolina d'Asburgo

Maria Carolina d’Asburgo

Maria Carolina fu anche una figura politica rilevante per il Regno. Questo grazie all’avveduta Maria Teresa che, prima di inviare la figlia alla corte di Napoli, fece stilare un patto matrimoniale in cui si disponeva che nel momento in cui Carolina avesse dato alla luce un erede maschio, avrebbe potuto prendere parte ad ogni riunione politica. Il bambino nacque e la regina si trovò in mano le chiavi del Regno. Il potere della donna e l’influenza sulla corte erano talmente grandi da far licenziare in tronco il primo ministro, eminenza grigia di Ferdinando, Tanucci solo perché  astioso nei suoi confronti. Carolina non conosceva mezze misure: passava dall’amore all’odio, capricciosa e lunatica con i membri della corte, vendicativa e fredda con i suoi nemici…o semplicemente con chi non le stava a genio. Era anche dissoluta ed incline al tradimento quasi quanto il marito e molti suoi amanti ottennero cariche pubbliche di grande spessore, come il comandante irlandese della marina toscana John Acton, messo a capo della flotta del Regno di Napoli. Nonostante molti cercassero di aprire gli occhi al marito sui tradimenti della moglie, Ferdinando reagiva borbottando o, al massimo, minacciando Carolina di farla accoltellare o di strangolarla lui stesso. Vuote minacce: il re, nonostante tutto, amava la sua regina e, inoltre, gli faceva comodo che la donna si occupasse del regno in sua vece.

Lo scoppio della rivoluzione francese segnò il decadimento psichico di Carolina, soprattutto dopo che la sorella Maria Antonietta, regina di Francia, fu ghigliottinata. La donna divenne paranoica e sospettosa di tutti i sudditi e fece reprimere nel sangue numerose sommosse e semplici contestazioni. Autoritaria e dura temeva un focolaio di rivoluzione che potesse portare a una tragica conclusione del suo regno. Nemmeno il pugno di ferro della regina, però, poteva impedire il flusso di eventi che condizionò l’inizio dell’ ‘800: Napoleone arrivò in Italia liberando la penisola da tutte le vecchie dinastie. Carolina fuggì in esilio a Vienna e li morì pochi anni dopo senza nemmeno vedere la sconfitta dell’Imperatore francese e la Restaurazione che avrebbe portato i Borbone a regnare di nuovo su Napoli.


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