230mila visite per Futuro Remoto: a Napoli la cultura trionfa nell’indifferenza nazionale


Cambiano le carte in tavola ma il ‘gioco’ è sempre lo stesso. Dopo la sfilata di Dolce&Gabbana a Napoli, ignorata da tutta la stampa nazionale, l’Italia chiude occhi e orecchie di fronte ad un altro evento realizzato in terra partenopea. Parliamo di Futuro Remoto, la prima manifestazione di diffusione della cultura scientifica e tecnologica d’Italia, che si è svolta quest’anno a Piazza Plebiscito dal 7 al 10 ottobre.

Pochi, pochissimi ne hanno parlato. Molti sono venuti a saperlo da parenti, conoscenti, amici di amici coinvolti nella preparazione e nell’organizzazione dell’evento. Nessuno, a parte qualche tg locale, ha trattato l’argomento. Eppure, siamo di fronte ad un successo incredibile: 230.000 visitatori nella 3 giorni e mezzo di eventi. Un boom pazzesco, che se fosse stato registrato in un’altra città avrebbe guadagnato titoloni e servizi di primo piano.

Futuro Remoto ha avvicinato i cittadini alla scienza, e lo ha fatto nei modi più svariati possibili: esperimenti, spiegazioni, illustrazioni, giochi per bambini e quant’altro. Grandi, piccini, ragazzi, anziani, persone colte e meno colte, tutti hanno mostrato interesse e partecipazione, tutti hanno risposto ad una manifestazione che ha celebrato la cultura in una delle sue forme forse più elitarie. Una cultura quasi ‘di nicchia’, ma a cui i napoletani si sono avvicinati con sete di conoscenza, e lo hanno fatto sinceramente, ma purtroppo quasi per caso.

Sì, perché i media danno spazio al Grande Fratello Vip e lo tolgono a Napoli, o meglio alle cose belle di Napoli. Perché nessuno si è tirato indietro quando c’è stato da parlare del 15enne che ha accoltellato il compagno di scuola, ma tutti hanno taciuto quando in una delle piazze più importanti d’Italia andava in scena una festa della cultura in grande stile.

A Napoli si rimprovera un’ignoranza diffusa, un’arretratezza nella formazione scolastica, addirittura una maggiore semplicità nei percorsi universitari, ma poi non si racconta di quando, con le proprie mani, tenta di costruire qualcosa di importante, qualcosa che ha un riscontro reale, perché i numeri non mentono e la matematica non è mai un’opinione.

Non vogliamo piangerci addosso, né giocare alla Bella e la Bestia, ma è veramente triste constatare che, per quanto ci si sforzi, l’Italia è sempre pronta a puntare il dito contro Napoli ma mai a darle quello che le spetta.


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