Dipendenti da Facebook e cellulare: le nuove patologie che colpiscono i più giovani


Le nuove generazioni sono sempre più dipendenti dai social network. Per qualcuno non sarà una notizia sconvolgente, certo. Però, i numeri raccontano molto di come gli adolescenti passino la maggior parte del loro tempo. I dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza – basati su un campione composto da oltre 8.000 adolescenti di circa 18 regioni italiane, di età compresa tra gli 11 e i 19 anni – hanno messo in luce nuovi comportamenti da parte dei ragazzi, sempre più assuefatti dall’uso degli smartphone. Il dato rilevante è che oltre 3 adolescenti su 10 hanno avuto modo di utilizzare un cellulare dalla primissima infanzia, già a partire da 1 anno e mezzo/2, con la possibilità anche di accedere liberamente ad internet e alle applicazioni presenti nel telefono. L’età media si aggira intorno ai 9 anni.

Circa 5 adolescenti su 10 dichiarano di trascorrere dalle 3 alle 6 ore con lo smartphone in mano, il 16% dalle 7 alle 10 ore, mentre il 10% supera abbondantemente la soglia delle 10 ore. Se calcoliamo che il 63% lo utilizza anche a scuola durante le lezioni, significa che la maggior parte di loro vive connesso alla rete. Le ore trascorse davanti ad uno schermo si abbassano leggermente nel campione dagli 11 ai 13 anni.

Il 95% degli adolescenti ha almeno un profilo sui social network, contro il 77% dei preadolescenti. Uno dei dati più allarmanti è che il 14% degli adolescenti ha anche un profilo finto, che nessuno conosce o che conoscono solo in pochi, risultando quindi non controllabile dai genitori e nel contempo facile preda della rete del grooming (adescamento di minori online), dato in rilevante aumento rispetto all’11% dello scorso anno.

Da questo uso così intenso di internet, sono nate nuove patologie, come ad esempio il “Vamping“. Si tratta di trascorrere numerose ore notturne sui social media. Una vera e propria abitudine, tanto che 6 adolescenti su 10 dichiarano di rimanere spesso svegli fino all’alba a chattare, parlare e giocare con gli amici o con la/il fidanzata/o.

Un’altra tendenza è il cosiddetto FOMO (“Fear of Missing Out“) che, come suggerisce l’acronimo inglese, è la paura di restare “tagliati fuori”: si utilizza il telefono fino a notte fonda, per leggere notifiche e messaggi.

Questi comportamenti, si capisce, vanno ad influenzare negativamente la qualità del sonno, con conseguenze nocive per l’organismo e vanno ad interferire sulle attività quotidiane dei ragazzi. La Nomofobia, da No-mobile-phone, invece è la nuova fobia legata all’eccessiva paura di rimanere senza telefono o senza connessione ad internet o al 4G: quasi 8 adolescenti su 10 hanno paura che si scarichi il cellulare o che non gli prenda quando sono fuori casa (un dato in forte crescita se si pensa che fino allo scorso anno interessava il 64% degli adolescenti) e tale condizione, nel 46% dei casi genera ansia, rabbia e fastidio.


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