Alberto Angela alla Feltrinelli: i tre giorni di Pompei

Prima di copertina, I tre giorni di Pompei.


Alla Feltrinelli di via Santa Caterina a Chiaia a Napoli, Alberto Angela presenta il suo nuovo attesissimo libro I tre giorni di Pompei, in un clima di trepidazione e caloroso affetto. In tantissimi sono accorsi nella storica libreria per sentire parlare il giornalista classe ’62, portavoce della cultura e del passato per eccellenza, amato sul piccolo schermo per i suoi storici programmi televisivi e i suoi popolari documentari come Ulisse: il piacere della scoperta e Passaggio a Nord Ovest.

Tra applausi e flash di fotografi, Alberto Angela passa a presentare le circa 500 pagine del suo nuovo libro, indugiando sui particolari, sull’importanza della forte testimonianza che Pompei ci ha lasciato, sui classici “errori comuni” che si tendono a fare, come per esempio le date di eruzione, l’assenza del Vesuvius prima che quest’ultimo eruttasse o il fatto stesso che Pompei non sia stata ricoperta da magma, ma soltanto da pomici, ceneri e lapilli. Con sensibilità il giornalista più amato dal pubblico, confessa infatti di rimanere esterrefatto quando «i turisti fotografano i calchi, quasi come se fossero delle statue, dimenticando che in realtà, quelle erano persone che stavano per morire» riprese in un fermo-immagine destinato a perdurare nel tempo per i posteri. Tantissimi bambini e una fila che arrivava sin alle scale del piano superiore, attendevano con pazienza di farsi firmare il corposo libro da Alberto Angela, il quale ha più volte encomiato il lavoro degli archeologi e delle svariate ricostruzioni e ricerche degli studiosi; alla fine lo scrittore dichiara che solo Napoli può capire sul serio «l’ingombrante e vicina presenza» di Pompei e per lui I tre giorni di Pompei è «il libro che avrei voluto sempre scrivere e sopratutto il libro che avrei sempre voluto leggere!» forse con un po’ di ingenuità e una punta di presunzione.

Prima di copertina, I tre giorni di Pompei.

Prima di copertina, I tre giorni di Pompei.

L’archeologia quindi continua a essere affascinante e continua ad affascinare una copiosa platea di appassionati, continua ad attirare amatori “come il miele per le api”; peccato che molto spesso Pompei venga dimenticata nel concreto proprio da chi dovrebbe valorizzarla e tutelarla per antonomasia. Fondi stanziati, misure cautelative attuate e poi? Troppo di frequente questa storica città torna a fare da protagonista nei telegiornali per notizie negative legate al degrado e all’abbandono. Alberto Angela in quest’ottica tiene a precisare che parte degli introiti del libro verranno devoluti per il restauro dell’affresco pompeiano Adone ferito. 

Per concludere degna di nota è stata l’imbarazzante organizzazione messa in piedi dal personale della Feltrinelli, che precludeva gli spazi sia alla stampa sia ai fan: ma la cultura non dovrebbe essere accessibile a tutti?


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