Il crac della Deiulemar, novità sul processo


Dopo un interrogatorio durato circa sei ore Della Gatta racconta la sua verità circa il fallimento della compagnia Deiulemar. I dettagli su Metropolisweb.it

Si è seduto davanti ai giudici del collegio presieduto da Laura Di Girolamo e si è sottoposto a un interrogatorio – richiesto e ottenuto dai suoi legali, l’avvocato Alfonso Maria Stile e l’avvocato Giro Sepe – durato circa sei ore.

Sei ore utilizzate da Angelo Della Gatta per raccontare la «sua» verità sul fallimento della Deiulemar compagnia di navigazione: al processo per bancarotta fraudolenta e raccolta abusiva del risparmio è stato il giorno dell’imputato eccellente – insieme al fratello Pasquale Della Gatta – dell’inchiesta per il crac da 800 milioni di euro che rischia di inguaiare 13.000 famiglie di obbligazionisti dell’ex «banca privata» di Torre del Greco.

In aula, il secondogenito di Giovanni Battista Della Gatta non è sembrato in cattive condizioni di salute, come lamentato al momento dell’uscita dal carcere di Poggioreale. Anzi. A dispetto della richiesta di una «visita psichiatrica urgente» presentata all’Asl Napoli 3 Sud, Angelo Della Gatta non ha mai perso la lucidità e – incalzato dalle domande del pubblico ministero Paolo D’Ovidio – ha provato a spiegare i «meccanismi degli investimenti» all’estero e la necessità di «creare» una holding in grado di controllare tutti i «satelliti» dell’ex colosso economico di via Tironi. Una ricostruzione che ha alimentato – sotto gli occhi di decine di risparmiatori, accorsi a Roma per assistere all’udienza-clou del procedimento giudiziario che vede sette imputati alla sbarra – un serrato dibattito tra accusa e difesa. Un botta e risposta che ha convinto Angelo Della Gatta a negare ogni responsabilità sul tracollo del fiore all’occhiello dell’economia all’ombra del Vesuvio e a spiegare che «gli affari erano gestiti dai ‘vecchi’ delle famiglie», mentre i rampolli della seconda generazione era sostanzialmente all’oscuro delle grandi manovre finanziarie in Italia e all’estero. Zero riferimenti, infine, al tesoro scomparso per la delusione e la rabbia dei creditori che speravano in un «ravvedimento» degli armatori-vampiri. Al termine di un’estenuante maratona in aula, il processo è stato aggiornato all’anno nuovo: il prossimo appuntamento al tribunale di Roma è fissato per il 24 gennaio, prima del rush finale che dovrà portare al verdetto per i sette imputati accusati di bancarotta fraudolenta e raccolta abusiva del risparmio.


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